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A processo “Breivik” e gli altri giovani neonazisti della “Milano bene”

I quattro giovani milanesi accusati di aver messo in piedi un’organizzazione neonazista sono stati rinviati a giudizio dalla Procura di Milano. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 10 gennaio.
A cura di Simona Buscaglia
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Immagine di repertorio
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La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro giovani ventenni, che, dallo scorso luglio, sono destinatari della misura cautelare dell'obbligo di dimora per aver messo in piedi, secondo le accuse, un'organizzazione neonazista chiamata "Avanguardia Rivoluzionaria". Secondo le indagini della Digos stavano infatti organizzando una violenta aggressione ai danni di un uomo di origine straniera e musulmana, oltre ad altre azioni violente per creare il caos e favorire l'arrivo di "un dittatore". Le accuse a loro carico sono di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione etnica e religiosa e di associazione a delinquere. L'udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 10 gennaio davanti al gup Sofia Fioretta.

Le indagini e le intercettazioni: i quattro avevano anche dei nomi di "battaglia"

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I quattro giovani milanesi, tutti tra i 20 e i 21 anni, studenti universitari di buona famiglia, erano stati bloccati e intercettati nella centralissima via Moscova, a Milano. Con loro, in uno zaino, avevano un manganello, un coltello, dei passamontagna e dei santini di Hitler e Mussolini. I loro nomi di battaglia erano "Breivik", come il terrorista norvegese, autore nel 2011 della strage di Utoya, Maggiore Volpi, Milite Zucht e Comandante G. Il pubblico ministero Alberto Nobili aveva spiegato che "Stavano cercando di costruire una rete nazionale e con collegamenti internazionali", prendendo contatti con l'organizzazione svizzera "Junge Tat". Secondo quanto riportato da Ansa, due imputati punterebbero al patteggiamento e altri due invece al rito abbreviato

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