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A Milano una mostra sui successi imprenditoriali di Berlusconi che non spiega come li ha ottenuti

La storia imprenditoriale di Silvio Berlusconi, negli anni dal1956 al 1993, è raccontata in una mostra immersiva che aprirà al pubblico il 17 settembre in una sala dell’Enterprise Hotel in corso Sempione a Milano. Presente al lancio della mostra l’organizzato Edoardo Filippo Scarpellini, insieme al curatore Giuseppe Frangi, la mostra racconta l’impatto delle attività berlusconiane prima della nascita di Forza Italia. Un viaggio lungo quasi 30 anni fatto di tanti successi ma anche di qualche ombra che la mostra non racconta perché – spiega Scarpellini – “la domanda che vogliamo porre ai visitatori è quanto l’impresa Berlusconi è stata ed è presente nelle vite di tutti noi”.
A cura di Filippo M. Capra
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È stata inaugurata all'Enterprise Hotel di Milano, in corso Sempione, una mostra sulla carriera imprenditoriale di Silvio Berlusconi, intitolata "Piano B". L'intento, spiega il suo ideatore Edoardo Scarpellini è quello di "aiutare e stimolare il dibattito senza dare giudizi". Però, come molti hanno notato, non viene spiegato come l'ex presidente del Consiglio italiano abbia ottenuto i successi imprenditoriali, da Mediaset al Milan, al centro di varie inchieste della magistratura.

Piano B, la mostra su Silvio Berlusconi

Solleticato da Fanpage.it circa il giudizio che dà alla carriera di Berlusconi prima della discesa in campo in politica, Scarpellini dice di dare un "giudizio positivo su qualunque cosa apporti cambiamento e innovazione", senza, quindi, soffermarsi sulle modalità che hanno portato Berlusconi ad essere l'imprenditore che è stato. "La domanda che vogliamo porre ai visitatori è quanto l'impresa Berlusconi è stata presente ed è presente nelle vite di tutti noi e ci ha fatto diventare, chi dice nel bene chi dice nel male, quello che siamo", aggiunge Scarpellini durante la presentazione della mostra alla stampa. Un giornalista ha cercato poi di incalzarlo sul fil rouge che hanno trovato "diverse procure che poi sono i rapporti con Cosa Nostra". Anche in questo caso, però, l'organizzatore della mostra si è limitato a dire di non fare il procuratore della Repubblica e quindi "non posso saperlo perché non ho le competenze. Inoltre non è il tipo di indagine che facciamo noi, che invece abbiamo cercato di fare un'indagine storica e sociologica".

L'ideatore: Non ci concentriamo su come ha costruito la sua fortuna

Quindi, Scarpellini aggiunge: "Si è sempre parlato di Bunga Bunga, delle inchieste, ma tutto quello che c'è stato prima che fine ha fatto? Non su come è stato costruito", punto invece focale delle domande dei cronisti presenti che hanno chiesto, ancora una volta, il motivo per cui non sia stato affrontato quantomeno a livello critico e storico. Ma anche in questa occasione, Scarpellini difende la sua scelta dicendo che "dal mio punto di vista di critico ce n'è molto", aggiungendo che "l'impatto che c'è stato, magari lasciamo perdere il mattone (l'attività da immobiliarista di Belusconi, ndr), ma la televisione, voi lo sapete meglio di me, è un tema". "Il periodo del suo pensiero imprenditoriale – conclude infine Scarpelli – si è chiuso ormai. E noi lo abbiamo storicizzato. Berlusconi imprenditore è già morto". Il curatore della mostra, poi, Giuseppe Frangi, spiega che "il tentativo è stato quello di raccontare quest'Italia che in qualche modo ha visto in lui un punto di traino e cambiamento rispetto a un Paese ingessato".

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