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A Milano Primo Maggio sotto la pioggia, in pochi ai tavoli dei ristoranti per pranzi e spritz

La pioggia spegne la movida a Milano nel primo sabato in zona gialla, con la possibilità di pranzare ai tavoli esterni dei ristoranti, che ha coinciso anche con la Festa del Primo Maggio. Il maltempo ha scongiurato almeno per questo weekend i temuti assembramenti nei luoghi della movida milanese.
A cura di Pierluigi Frattasi
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La pioggia spegne la movida a Milano nel primo sabato in zona gialla Covid, con la possibilità di pranzare ai tavoli esterni dei ristoranti, che ha coinciso anche con la Festa del Primo Maggio. Le intense precipitazioni che sono iniziate dalla mattinata e sono andate avanti per tutto il giorno sul capoluogo lombardo hanno inevitabilmente spinto i milanesi a restare a casa. Qualche irriducibile non ha però rinunciato all'aperitivo nei locali dotati di dehors e riparati in qualche modo dalla pioggia: lungo i Navigli tutti i locali hanno cercato di offrire un riparo ai clienti che hanno approfittato dell'apertura fino alle 22 di bar e ristoranti.

Sfidando le abbondanti piogge i più temerari si sono affollati nei dehors dei numerosi locali presenti sui navigli. Il maltempo ha scongiurato almeno per questo weekend i temuti assembramenti nei luoghi della movida milanese. Ciò nonostante, in strada nel corso della giornata si sono riversate parecchie persone anche per partecipare alle varie iniziative che erano state organizzate per il Primo Maggio. Centinaia di persone hanno partecipato all'iniziativa dei Cub Cobas in Largo Cairoli e in piazza Duomo, sfidando la pioggia incessante. Tanti gli slogan a difesa dei diritti dei lavoratori e contro il precariato e la disoccupazione, in particolare a tutela della categoria dei rider, i fattorini delle consegne, ricordati anche dal leader Cgil Maurizio Landini, oggi, sul palco del Primo Maggio a Terni. All'Arco della Pace, invece, nel pomeriggio, si sono radunate circa 300 persone dei comitati No Vax, per protestare contro i vaccini anti-Covid19, e scandendo slogan contro “la dittatura sanitaria”.

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