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A Milano lo smog uccide: quali sono i quartieri con il più alto tasso di mortalità

Lo studio dell’Ats di Milano per valutare gli effetti dello smog sulla salute umana. Biossido di azoto e polveri sottili hanno tassi di decesso per 100mila abitanti che possono arrivare fino al 60 per cento in più in alcune aree periferiche. Numeri alti anche per Quarto Oggiaro e Gallaratese.
A cura di Francesca Del Boca
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Nella periferia di Milano i tassi di decesso attribuibili a biossido di azoto e polveri sottili arrivano fino al 60 per cento in più rispetto alla media delle aree centrali. Colpa dello smog e di stili di vita malsani, più comuni nelle zone decentrate della città.

A decretarlo è uno studio effettuato da Ats Milano (l'Agenzia per la Tutela della Salute di Milano) per valutare gli effetti dello smog sulla popolazione. Un'analisi che ha stimato i livelli di concentrazione media degli inquinanti (No2, Pm10 e Pm2.5) per il 2019 con una risoluzione spaziale senza precedenti, pari a 25 metri quadrati. I dati sono stati poi incrociati con le informazioni sanitarie e anagrafiche.

Le morti da PM2.5 e biossido di azoto nelle periferie milanesi

Le conseguenze più pesanti di questa concentrazione di inquinanti e soprattutto di PM2.5, favorita dalla composizione orografica di una città industrializzata e popolata come Milano? Si hanno appunto in zone periferiche come Mecenate, Lorenteggio, Bande Nere: quartieri ad alta densità di traffico e senza aree verdi, dove i tassi di decesso da PM2.5 si aggirano intorno ai 200 per 100mila abitanti.

Ma non solo. "Per quanto riguarda l'esposizione al biossido di azoto, responsabile del 10 per cento delle morti per cause naturali (130,3 su 100 mila abitanti), i tassi di decesso più alti si sono registrati a Quarto Oggiaro, con 158 morti su 100mila abitanti, e al Gallaratese con 170 su 100mila abitanti", ha sottolineato Pier Mannuccio Mannucci, co-presidente del congresso, della Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico e del Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi di Milano.

"Il combinato disposto di smog e condizioni socio-economiche svantaggiate sovrapponibili alle aree periferiche, inducendo stili di vita peggiori come ad esempio più fumo e sedentarietà, produce un effetto moltiplicativo della mortalità da inquinamento nelle aree più lontane dal centro. Il fatto di essere più fragili ed essere esposti a inquinanti si traduce quindi in un danno maggiore", si legge nello studio. Il contrario di ciò che avviene in pieno centro, in cui i tassi di decesso scendono intorno a 1oo: accade all'interno delle zone a traffico limitato (Ztl), che giocano un ruolo molto importante nel ridurre inquinanti ed effetti deleteri sulla salute umana.

Gli effetti dell'inquinamento sulla salute umana

Del resto, gli oltre 1600 decessi all'anno per tutte le cause attribuibili al PM2.5 e gli oltre 1.300 decessi annui attribuibili al biossido di azoto a Milano non sono infatti distribuiti allo stesso modo sul territorio. "I risultati permettono di definire una vera e propria mappa dell'inquinamento e dei suoi effetti, quartiere per quartiere" ha dichiarato Sergio Harari, co-presidente del congresso, della Divisione di Malattie dell'Apparato Respiratorio e Divisione di Medicina Interna dell'Ospedale San Giuseppe MultiMedica IRCSS e dell'Università di Milano. "Rivelano, per la prima volta, che biossido di azoto e polveri sottili hanno tassi di decesso per 100mila abitanti che possono arrivare fino al 60 per cento in più in alcune zone della periferia milanese rispetto al centro città".

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