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A Milano mancano case, ma quasi la metà di quelle proposte in affitto restano vuote (e continuano ad aumentare)

La percentuale di appartamenti proposti in affitto e non affittati a Milano è aumentata negli anni, anche a causa del vertiginoso rialzo dei prezzi di locazione. Nelle zone più costose, ormai riservate solo al mercato del lusso, la percentuale sfora infatti oggi il 50 per cento (tre anni fa si aggirava intorno al 29 per cento).
A cura di Francesca Del Boca
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A Milano, si sa, gli immobili sono i più cari d'Italia: nel capoluogo lombardo il prezzo al metro quadro degli appartamenti in vendita si attesta intorno ai 5.200 euro di media, mentre quella nazionale si ferma a 1.962 euro. Chi vuole abitare qui, insomma, può arrivare a spendere per la casa oltre il triplo della media italiana.

La motivazione? Una su tutte: la legge della domanda e dell'offerta. Detta in parole povere, ci sono troppi pochi appartamenti per soddisfare l'enorme richiesta che arriva da fuori e parte da lavoratori, studenti, investitori, abitanti.

Eppure, in questo contesto, spicca un dato. Secondo l'ultima analisi di Immobiliare.it Insights per Fanpage.it, infatti, a marzo 2023 la percentuale di appartamenti privati sfitti a Milano si aggirerebbe intorno al 46 per cento: si tratta di appartamenti vuoti da tanto tempo, difficili da collocare sul mercato, i cui annunci rimangono online per mesi e mesi.

Il 46 per cento degli appartamenti a Milano sono difficili da affittare

Percentuale peraltro progressivamente aumentata negli ultimi anni, arrivando in alcune zone a superare il 50 per cento. Nel Comune di Milano, in media, è cresciuta dal 28,8 per cento nel 2020, è passata dal 36 per cento al 38,5 per cento tra il 2021 e il 2022 e oggi si attesta addirittura al 45,6 per cento.

Le cause? Con pochi dubbi, i canoni di locazione ormai alle stelle che escludono una larghissima fetta di mercato. E i proprietari che, adeguandosi alle quotazioni di prezzo attuali, difficilmente accettano proposte al ribasso sulla cifra da incassare ogni mese.

I numeri delle case sfitte a Milano

Le case, insomma, ci sarebbero anche. Ma costano troppo, e così restano vuote per tanto tempo: il mercato a cui si rivolgono, infatti, è ormai quello (decisamente più ristretto) di fascia alta o medio/alta. In zona Quadronno/Crocetta, ad esempio, la percentuale di appartamenti sfitti è passata dal 29 per cento di inizio 2020 al 52 per cento di marzo 2023.

Altre zone con affitti sicuramente ormai proibitivi che in soli tre hanno visto moltiplicarsi questa percentuale di case difficili da affittare: il Centro (dal 27,6 per cento al 51,9 per cento), Navigli (dal 32,9 per cento al 51,1 per cento), Ripamonti/Porta Vigentina (dal 33 per cento al 51,5 per cento), l'intera area che comprende Garibaldi/Moscova/Porta Nuova (dal 33,5 per cento al 51,4 per cento).

Percentuale che infatti cala (pur riflettendo la tendenza in salita) in quartieri più popolari come Maggiolina/Istria (dal 27 per cento al 34,5 per cento), Ponte Lambro/Santa Giulia (dal 22 per cento al 36,4 per cento), Precotto (dal 27 per cento al 36,8 per cento).

Significativo anche il caso del quartiere universitario Città Studi/Susa, passato dal 29 per cento di case "vacanti" sul mercato al 47 per cento di oggi. All'Arco della Pace/Pagano, invece, il dato sale dal 26 per cento di tre anni fa al 46 per cento del marzo 2023: 20 punti percentuali in più in un arco di tempo decisamente ristretto.

È già rischio bolla immobiliare, ossia un rapido aumento dei prezzi immobiliari che schizzano così a livelli insostenibili per i redditi medi/bassi?

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