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Opinioni

A Milano l’acqua del sindaco finisce nei brick di cartone: altro che green, è solo un rifiuto in più

Il Comune di Milano decide di inscatolare l’acqua di rubinetti e fontanelle in brick di cartone poliaccoppiato per ridurre il consumo di plastica monouso. Ma così facendo si crea un altro rifiuto, perfino più difficile da smaltire.
A cura di Francesco Loiacono
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Togli la plastica, metti i "brick" in cartone poliaccoppiato. Per certi versi ancora più difficili da riciclare. Davvero non si capisce la mossa del Comune di Milano presentata lo scorso 22 marzo in occasione della Giornata mondiale dell'acqua. L'assessora all'Ambiente Elena Grandi, dei Verdi, ha presentato e presenziato alla presentazione di un'iniziativa che ha fatto saltare sulla sedia molti altri suoi compagni di partito.

In cosa consiste l'ultima iniziativa del Comune di Milano molto criticata

La spieghiamo in estrema sintesi: a Milano l'acqua che sgorga dai rubinetti delle case, dalle centinaia di fontanelle pubbliche – chiamate "draghi verdi" o "vedovelle" per la forma e il colore dei rubinetti e perché l'acqua sgorga di continuo – e dalle case dell'acqua sparse per il territorio comunale è potabile e anche di buona qualità, e viene chiamata ormai da decenni "acqua del sindaco" (così come per altro avviene in altri comuni).

L'assessora all'Ambiente di Milano Elena Grandi
L'assessora all'Ambiente di Milano Elena Grandi

Adesso Palazzo Marino e Mm, la società partecipata che tra le varie cose si occupa del servizio idrico a Milano, hanno lanciato l'acqua "à porter (sono parole della nota del Comune, ndr) comoda e sostenibile, da consumare ovunque". In pratica l'acqua del rubinetto verrà inscatolata in confezioni di cartone poliaccoppiato, i brick, e sarà distribuita non solo alla Protezione civile (come ha scritto il sindaco Beppe Sala su Instagram, comunque molto criticato) ma anche a Milano Ristorazione (la società che gestisce le mense scolastiche) e, "se richiesto", "nel corso di eventi particolari sul territorio milanese come le ‘week’, i concerti, le manifestazioni culturali e sportive nonché essere utilizzata per i bisogni interni degli uffici del Comune di Milano e delle sue controllate" (sempre dalla nota del Comune).

Meno plastica, ma più cartone: ma l'obiettivo deve essere meno rifiuti

Quindi: niente più bottigliette di plastica, è vero. Ma comunque si produrrà un contenitore da smaltire, un altro rifiuto, per altro difficilmente riutilizzabile a differenza di una bottiglietta di plastica. E in aggiunta ci sono da considerare i costi e l'impatto derivanti dalla produzione, dal momento che l'impianto di confezionamento dell'acqua del sindaco sito in via Castrovillari ha una potenzialità non indifferente: duemila cartoni/ora, con confezioni o da 500 o da 250 millilitri.

Per l'assessora Verdi l'intento dell'iniziativa è di "sensibilizzare operatori, turisti e privati cittadini al consumo dell’acqua potabile del rubinetto". E fin qui potrebbe anche avere un senso. Ma poi prosegue: "Utilizzare acqua nei brick di cartone piuttosto che nelle bottigliette di plastica è un gesto importante e oggi più che mai necessario: si utilizza l’acqua dell’acquedotto, e perciò a ‘chilometro zero', e al contempo si riduce il consumo di plastica monouso e quindi la produzione di rifiuti plastici legati agli imballaggi e della CO2 prodotta dal trasporto". Qui l'iniziativa mostra una falla evidente, per rimanere sempre in tema: si riduce la produzione di rifiuti plastici, ma si producono dal nulla rifiuti di un materiale che è sì "completamente riciclabile e prodotto in modo ecosostenibile" (e ci mancherebbe altro, aggiungiamo), ma di cui non se ne sentiva il bisogno.

Come ha sottolineato il capogruppo dei Verdi a Milano Carlo Monguzzi, infatti, negli uffici comunali la maggior parte dei lavoratori utilizza le borracce che lo stesso Comune promosse anni fa e le riempie con l'acqua dei rubinetti nel bagno e anche negli eventi del comune da tempo si utilizzano brocche di vetro riempite con acqua del rubinetto. "Ora la svolta green è: si producono i brick, si riempiono, si trasportano fino al luogo dell'evento, poi i vuoti si raccolgono e si trasportano al riciclo", commenta sarcastico Monguzzi.

L'eurodeputata dei Verdi Eleonora Evi: Iniziativa che fa acqua da tutte le parti

A parlare di iniziativa sbagliata non è comunque solo il consigliere Monguzzi ma una buona parte dei Verdi, ai quali per altro il sindaco Sala poco prima delle elezioni aveva detto di aver aderito. "Un brick in poliaccoppiato per contenere acqua potabile dell'acquedotto milanese per sostituire le bottiglie in plastica non è una buona idea – dichiara la coportavoce nazionale di Europa Verde ed eurodeputata Eleonora Evi -. Non è sostituendo un oggetto usa e getta con un altro sempre usa e getta, con caratteristiche – forse, tutto da vedere – migliori del primo, che risolviamo il problema. Non creare rifiuto è la strada maestra".

"Facciamo campagne per la riduzione degli imballaggi e il brick è un imballaggio. Facciamo campagne contro l'uso e getta e il brick è usa e getta – le fa eco Monguzzi -. L'ottimo sindaco fece 2 anni fa una giusta campagna per l'uso delle borracce, le abbiamo comprate tutti, e ora cambiamo brand? Il brick (tetrapack) è molto, molto complicato da smaltire, perché deve essere poi diviso nelle sue componenti, plastica, alluminio e carta. Infatti ci sono solo due impianti di riciclo totale in Italia. La plastica (orrore) ha un percorso di riciclo molto molto meno complicato e più ‘circolare'. Quindi il rimedio è peggiore del male".

La leghista Sardone: Quanto è costata ai milanesi questa presa in giro?

C'è infine, sullo sfondo, anche il tema dei costi di questa operazione. Su questo punto è la pasionaria della Lega Silvia Sardone, consigliera comunale ed eurodeputata, a preannunciare battaglia. "Ho presentato un’interrogazione in Comune per chiedere al sindaco e alla giunta quanto è costata ai milanesi la presa in giro dell’acqua del sindaco contestata aspramente anche dai verdi sia a livello comunale che internazionale", ha scritto Sardone in una nota, definendo senza mezzi termini l'iniziativa come "l'ennesima figuraccia di chi gioca a fare l’ambientalista per mera propaganda". Più che una figuraccia, per la giunta Sala un vero e proprio buco nell'acqua.

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