A Milano il primo registro d’Italia per i diritti transgender
"Una vittoria storica". Sono le parole di Monica Romano del Partito Democratico (e prima consigliera transgender a Palazzo Marino), che in consiglio comunale a Milano ha fatto approvare una mozione con cui impegna sindaco e giunta ad istituire un registro del genere di elezione, e a favorire l'esercizio del diritto di voto da parte delle persone transgender residenti nel comune di Milano. Si tratta del primo registro per persone transgender in Italia, approvato nel capoluogo lombardo proprio durante la giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia.
Cosa cambierà
Il registro consentirà ai milanesi transgender di avere il nome da loro scelto, e non più il nome anagrafico, su documenti come l'abbonamento Atm, le tessere delle biblioteche rionali e i badge dei dipendenti comunali. D’ora in poi, per ottenere questi attestati, per i cittadini transgender sarà sufficiente fare una dichiarazione davanti a un ufficiale di stato civile. Inoltre, saranno previste misure per favorire il diritto di voto delle persone transgender che, proprio a causa della suddivisione per sessi dei seggi elettorali, disertano spesso le urne per evitare situazioni di imbarazzo.
La zona di libertà Lgbtq+
Approvato anche l’ordine del giorno del consigliere del Pd Michele Albiani, con cui Milano si proclama «zona di libertà» per tutte le persone Lgbtq+. La città raggiunge così altre grandi realtà come Parigi, Vienna e Lisbona, e condanna quei Paesi europei che hanno leggi nazionali contro le comunità arcobaleno. L’ordine del giorno (approvato a larga maggioranza coi voti del solo centrosinistra, mentre gli esponenti dell’opposizione si sono astenuti o sono usciti dall’aula) ha previsto infine l’esposizione oggi della bandiera arcobaleno fuori da Palazzo Marino, in occasione della Giornata mondiale contro l’omotransfobia.