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A Milano cumuli di rifiuti nelle strade: raccolta bloccata dallo sciopero dei dipendenti Amsa

Dopo lo sciopero di ieri dei dipendenti di Amsa, la società che si occupa della raccolta dei rifiuti, la città di Milano si è risvegliata con sacchetti di spazzatura per le vie. Secondo le prime stime avrebbero aderito circa la metà dei dipendenti. L’agitazione ha riguardato anche altre città d’Italia.
A cura di Ilaria Quattrone
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Strade con cumuli di rifiuti a Milano: dopo lo sciopero di ieri dei dipendenti di Amsa, la municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti, il capoluogo meneghino si è risvegliato con sacchetti di spazzatura per le vie della città. In giro per le strade è facile trovare sacchetti davanti ai palazzi, alle fermate dei tram e vicino ai cestini. I lavoratori hanno infatti aderito allo sciopero organizzato dai sindacati Fp-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Fiadel. La società, che è parte del gruppo A2a e conta oltre tremila lavoratori, garantisce il servizio in 17 Comuni: interessati dallo sciopero tutti i comuni dell'area metropolitana e la città di Varese.

Allo sciopero ha aderito la metà dei dipendenti

Già ieri, attraverso una nota stampa, l'azienda si era scusata per i possibili disagi affermando che "il ripristino dei servizi" sarebbe avvenuto "nel più breve tempo possibile nel rispetto dei diritti dei lavoratori e della normativa vigente". Stando a quanto riportato dal quotidiano "Il Corriere della Sera", avrebbero aderito circa la metà dei dipendenti. La società avrebbe infatti effettuato la raccolta di rifiuti con personale ridotto garantendo però "le prestazioni essenziali" in particolare vicino agli ospedali, scuole, ferrovie e mercati.

I motivi dell'agitazione

Lo sciopero ha riguardato oltre centomila lavoratori, tra pubblico e privato, che afferiscono ai servizi ambientali. Le organizzazioni, attraverso l'agitazione, chiedono il rinnovo del contratto nazionale che è scaduto oltre due anni fa. Lo sciopero non ha riguardato solo la città di Milano, ma sono stati organizzati cento presidi in diverse parti d'Italia. Secondo i sindacati, sono le associazioni dei datori di lavoro a essere responsabili della fine delle trattative per il rinnovo del contratto.

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