“A Milano avere un lavoro non basta più a permettersi una vita dignitosa”: la storia di Amira

Amira ha 38 anni, ha 3 figli e quando è rientrata a Milano ha avuto alcuni problemi per poter ottenere la residenza, uno strumento essenziale per poter accedere a diversi servizi: “Pagavo i libri scolastici, la mensa e i centri estivi. Non ce la facevo a sostenere tutte le spese. Ero entrata in una fase di depressione molto acuta”, ha raccontato a Fanpage.it. Nel 2017 ha conosciuto Emergency che le ha permesso di ottenere la residenza e la sta aiutando nel suo percorso di reinserimento lavorativo.
A cura di Ilaria Quattrone
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Amira, assistita da Emergency (Fonte: Fanpage.it)
Amira, assistita da Emergency (Fonte: Fanpage.it)

Amira ha 38 anni, è nata e cresciuta a Milano e ha tre figli. È tra coloro che è stata aiutata da Emergency attraverso il progetto Nessuno Escluso. Ha infatti potuto ottenere la residenza nel capoluogo meneghino ed è assistita nel suo percorso di reinserimento lavorativo.

Prima di rientrare nella sua città d'origine, ha vissuto per sette anni a Roma insieme al primo marito, da cui ha avuto due figli. Quando il matrimonio è terminato, Amira si è sposata un'altra volta e ha avuto una terza figlia. Le cose, nel frattempo, si sono complicate: l'ex marito è infatti tornato in Egitto e ha portato con sé i bimbi che avevano avuto insieme.

Al termine del secondo matrimonio, la 38enne ha deciso di rientrare a Milano, ma non ha potuto spostare la residenza. Né lei né il primo marito avevano trasferito quella dei figli all'Aire (Anagrafe italiani residenti all'estero), di conseguenza sia la residenza di Amira che quella dei ragazzi sono rimaste attive nella Capitale italiana.

"Non li vedo da otto anni, però con la sentenza di divorzio ho avuto la fortuna di fare un accordo per poterli vedere almeno nelle vacanze di Natale o quelle estive. Li aspetto quest'estate", ha raccontato a Fanpage.it. Una volta a Milano, la 38enne è andata a vivere con la figlia nella casa Aler della madre: "Vivevo con lei, mia figlia e i miei sei fratelli. C'erano anche i figli di mia sorella. Eravamo proprio in sovraffollamento".

L'abitazione ovviamente non aveva le misure adeguate per tutti e, per questo motivo, Amira è rimasta per tre anni in modalità ospitalità: "Ho fatto tanti tentativi per avere una residenza fittizia e non è andata a buon fine. Di conseguenza non potevo accedere a diversi servizi per mia figlia: pagavo i libri scolastici, la mensa e i centri estivi. Non ce la facevo a sostenere tutte le spese. Ero entrata in una fase di depressione molto acuta".

La donna si è rivolta così a un consultorio familiare: "Sono stata sostenuta da una psicologa e da un'assistente sociale. Mi hanno fatto uscire da questa situazione". Nel 2017 ha conosciuto Emergency: "Mi hanno aiutata con il problema della residenza che non mi consentiva di avere un pediatra per mia figlia".

Gli operatori le hanno permesso di avviare la domanda di residenza fittizia. Nel frattempo che venivano svolte tutte le pratiche, si è trasferita nella casa Aler del suo nuovo compagno. Solo nel 2024 è riuscita a ottenerla sia per lei che per la figlia mentre gli altri due figli – che continuano a vivere in Egitto – sono stati iscritti all'Aire: "Dal 2017 al 2024 sono stata a Milano senza una residenza".

"Faccio lavori saltuari e lavoro da una famiglia tre volte a settimana. Il mio progetto per il futuro è trovare un'occupazione stabile. Emergency mi ha aiutata anche a sistemare il curriculum. Due mesi fa ho fatto un colloquio con il Comune di Milano per lavorare in Milano Ristorazione, che sarebbe il mio sogno. Avendo una bambina non è facile. Emergency aiuta tantissimo. Grazie a loro ho risolto tutti quei problemi che non sapevo veramente come affrontare".

"Nessuno Escluso è uno dei primi progetti sociali di Emergency. È un progetto che va a ricercare nelle periferie delle grandi città soprattutto le persone che rimangono invisibili a tutti i sistemi di aiuto. Abbiamo addirittura persone dentro la cerchia dei Bastioni", spiega il coordinatore del progetto Marco Latrecchina.

Marco Latrecchina, coordinatore del progetto Nessuno Escluso (Fonte: Fanpage.it)
Marco Latrecchina, coordinatore del progetto Nessuno Escluso (Fonte: Fanpage.it)

Nell'ultimo periodo, si rivolgono allo sportello "soprattutto giovani coppie oppure nuclei monogenitoriali con più figli. Abbiamo moltissimi italiani, ma anche molti stranieri. A volte sono persone che hanno un lavoro per nucleo familiare. Un altro profilo sono gli ultra cinquantenni, che magari non hanno una specializzazione forte. Nel loro caso, quando escono dal mercato del lavoro, è molto difficile riuscire a reinserirle".

"Tutte le situazioni hanno in comune un fattore: prima della pandemia galleggiavano sopra la soglia di povertà. E per questo motivo non si sono mai agganciate a reti di aiuto o di servizi. E tutto questo ha fatto in modo che si accumulassero i problemi che sono diventati barriere. Le donne sono colpite in maniera maggiore".

"Riceviamo all'incirca duemila richieste d'aiuto l'anno. Riusciamo però a rispondere a 1.200. Sono in costante aumento. Nell'ultimo periodo abbiamo visto che si rivolgono a noi persone che sono in condizioni più complesse rispetto a qualche tempo fa. In città come Milano avere un lavoro non è più abbastanza, anche per potersi permettere una casa e in sostanza una vita dignitosa. Di tutte le persone che si rivolgono a noi, metà di queste non hanno una residenza. E in questo cinquanta per cento non sto considerando gli stranieri che non hanno un titolo di soggiorno. Non avere la residenza è il principale ostacolo ad avere accesso a tutti gli aiuti che una città come Milano offre".

Ma quando è attivo lo sportello sociale? "Con la nostra unità mobile, lo sportello sociale, noi giriamo vari quartieri e ci mettiamo a disposizione con i nostri operatori sociali per i primi colloqui di orientamento in cui ascoltiamo queste persone. A partire dalle 10, fino alle 17-18 del pomeriggio siamo presenti in quartiere e le persone possono chiamarci a un numero di telefono che è attivo dal lunedì al venerdì fino alle 13 e possono prendere un appuntamento con noi", spiega l'operatrice Federica Russano.

Federico Russano, operatrice di Emergency (Fonte: Fanpage.it)
Federico Russano, operatrice di Emergency (Fonte: Fanpage.it)

"I problemi che hanno tutti variano da abitativi ad amministrativi. Ci sono questioni che riguardano i permessi di soggiorno o i documenti lavorativi e sociali. Quello che facciamo è riuscire in qualche modo a dare una priorità di intervento", ha concluso.

Ha collaborato Chiara Daffini.

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