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A Mantova tornano le altalene dopo 37 anni, il sindaco Palazzi: “Non immaginavo tanto entusiasmo”

A Mantova tornano le altalene dopo 37 anni. Il sindaco Palazzi ha cancellato un’ordinanza del 1985 che le vietava per motivi di sicurezza. “Ora dobbiamo preparare un piano preciso”, ha spiegato a Fanpage.it.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Scivoli e giostre c'erano già. Sono 37 anni, però, che nei parchi pubblici di Mantova non si vede un'altalena. Il motivo è da ricercarsi tra le ordinanze degli anni '80, in particolare in quella dell'8 luglio 1985. La firma è di Gianni Usvardi, il sindaco in carica in quel periodo, e vietava l'installazione di altalene su suolo pubblico. Una decisione presa "a seguito di incidenti", ma che dallo scorso 29 aprile è stata cancellata. Questa volta il nome che appare è quello di Mattia Palazzi, attuale sindaco di Mantova, e ha eliminato quel divieto: "Non pensavo di suscitare tanto entusiasmo – ha commentato a Fanpage.it – È un piccolo cambiamento che farà felici tanti bambini".

La goccia che fece traboccare il vaso

Non si conosce con esattezza quale fu l'episodio che portò a quel divieto. Alcuni cittadini ricordano il caso di un bambino caduto e poi colpito alla testa dal seggiolino dell'altalena in movimento. Un incidente spiacevole, ma non così grave da portare a una decisione tanto drastica. O, forse, era stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Fatto sta che dal quel 1985 nessuno ha più visto un'altalena pubblica a Mantova. "Sono sette anni che ogni volta che inauguriamo una nuova area giochi i genitori mi chiedono: ‘Perché non mettete mai le altalene?' – racconta Palazzi – Ho chiesto e dagli uffici del Comune mi hanno sempre risposto che in città erano vietate". Un provvedimento di quasi 40 anni fa, che secondo alcuni era frutto di un'iniziativa del sindaco Usvardi stesso. Una misura eccezionale, nata dall'intenzione di garantire sicurezza per i più piccoli.

Un'infanzia tra altalene e palloni da calcio

La rimozione del divieto è stata una decisione ben accolta da tutti. "Io non ho figli, non immaginavo che le altalene fossero così importanti – ha commentato Palazzi – Invece, mi hanno scritto molti genitori ringraziandomi. Così come gli assessori in Comune che hanno dei bambini". Il sindaco è nato a Mantova nel '78. Perciò ha vissuto la rimozione di uno dei giochi più classici dei parco giochi sulla propria pelle. "In realtà mi ricordo che ci andavo sull'altalena. Anche se poco, dato che stavo sempre a giocare a calcio", ammette Palazzi. L'ordinanza di Usvardi, però, è stata applicata nel corso degli anni. Anche in quelli più recenti. "Quando si doveva fare manutenzione o rinnovare i giochi pubblici, le altalene che nel tempo erano sfuggite al divieto venivano tolte e mai più rimesse", spiega il sindaco. Una dinamica particolare, che il Comune applicava senza ricordare nemmeno il perché. "Ci abbiamo messo del tempo a ritrovare quell'ordinanza. Tutti sapevano che era vietato mettere le altalene, ma praticamente nessuno sapeva dell'ordinanza o di quando era stata fatta".

"Non vedo perché continuare a vietarle"

"Dal 1985 ad oggi la qualità nella produzione dei giochi pubblici per i bimbi è certamente aumentata", assicura Palazzi. Per questo motivo sembra non sussistere più la motivazione della sicurezza. "Poi l'altalena non è un gioco pericoloso di per sé: se i genitori fanno la loro parte nel seguire i propri figli mentre usano i giochi, non vedo perché continuare a vietarle. Ci sono in tutte le città". Un appello rivolto ai più grandi, in modo da garantire la salute di tutti. Ora, non rimane altro che collocare altalene nei parchi già esistenti e prevederne per quelli futuri. "Prima dobbiamo preparare un piano preciso, poi inizieremo con i lavori", spiega il sindaco. Le risorse da destinare al miglioramento dei parchi pubblici ci sono, "ora bisogna sfruttarli al meglio".

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