A Lodi la festa di fine Ramadan è in centro storico, la vicesindaca: “Qui esempio di dialogo e integrazione”
Una grande festa dove si mescolano età, religioni, nazionalità. È la celebrazione di fine Ramadan a Lodi, dove la comunità islamica locale ha sancito la fine del mese di digiuno religioso con una grande cena all'aperto. Affollatissima e aperta ai tanti passanti in una delle piazze centrali della cittadina, in pieno centro storico.
"In una piazza centralissima riempita di tavoli, nella serata del 6 aprile la comunità islamica ha scelto spontaneamente di offrire una cena a tutti per rompere il digiuno del Ramadan, con il supporto dell'amministrazione e del sindaco Andrea Furegato", ha spiegato l'assessora all'Istruzione e vicesindaca dem Laura Tagliaferri a Fanpage.it, che insieme al primo cittadino ha partecipato al banchetto. "Centinaia di persone hanno mangiato insieme condividendo tavolate assolutamente improbabili, tra turisti stranieri di passaggio e adolescenti con veli elegantissimi e accento lodigiano che giravano tra i tavoli con vassoi pieni di pietanze, cucinate dalle loro mamme o nonne".
Un evento, simbolo di integrazione, che arriva dopo le polemiche sul caso Turbigo, nel Milanese, dove il sindaco di Fratelli d'Italia Fabrizio Allevi ha negato gli spazi alla comunità musulmana per generici problemi di ordine pubblico. "Non sono casi isolati. Evidentemente ora più che mai, in piena fase pre elettorale, c'è la volontà da parte di qualcuno di andare a toccare la pancia degli elettori. Un modo di capitalizzare il consenso", le parole dell'assessora Tagliaferri.
Ma non solo. "Al di là degli steccati ideologici, però, la società di oggi è sempre più multietnica. Questa è la realtà contemporanea, e non servirà a niente negarne l'esistenza: le comunità di oggi devono necessariamente imparare a convivere e dialogare. Non è un'opzione".
E ancora. "Insomma, se si rifiuta il dato di realtà della composizione demografica delle nostre comunità si commette un grave errore amministrativo, dato che fare politica significa interpretare il reale, e non si ottiene altro risultato che la radicalizzazione delle reciproche posizioni. Che storicamente non ha mai portato altro che guai".
Il caso della città di Lodi, così, fa rumore dopo le polemiche dei casi Pioltello, Soresina, Turbigo. "Mi piace pensare che le piante migliori crescano dove il terreno è fertile. Dove ogni giorno le amministrazioni, con pazienza, cercano di ascoltare tutte le voci di cui è composta la comunità. Tutti, alla fine, ambiscono a vivere serenamente e a sentirsi davvero a casa, in armonia con gli altri".