A Dongo torna il raduno per i nostalgici di Mussolini, Anpi: “Impedire che la memoria venga oltraggiata”
Una settimana fa è toccato a Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani. Domenica 8 maggio sarà il turno di Benito Mussolini, l'amante Claretta Petacci e i 15 gerarchi fascisti che erano con loro durante la fuga. Il corteo degli esponenti di ultradestra che si terrà a Dongo, sulle rive occidentali del lago di Como, è stato approvato dalla questura. "Inaccettabile – ha commentato il presidente dell'Associazione nazionale partigiani italiani, Roberto Cenati – in aperto contrasto con i princìpi della Costituzione". Per quella mattina, l'Anpi ha organizzato una contro manifestazione: un presidio democratico "per dire no a fascismi e razzismi di ieri e di oggi".
La fucilazione del 28 aprile 1945
Un evento che si ripete ogni anno, in commemorazione della morte del Duce. Dopo la liberazione del 25 aprile 1945, infatti, era scappato con l'amante Petacci e alcuni ufficiali più vicini diretti in Svizzera. Catturato il 27 aprile, era stato fucilato su ordine del Comitato di liberazione nazionale alta Italia il giorno seguente a Giulino di Mezzegra, poco sotto Dongo. Ogni anno, centinaia di nostalgici del Ventennio si ritrovano sulla sponde del lago per celebrare con riti e cortei l'esecuzione di Mussolini e dei gerarchi fascisti. Una ricorrenza che torna nei primi giorni di maggio, pochi giorni dopo la liberazione dal nazifascismo. Per questo le sezioni Anpi di Milano, Como e del lago chiedono alle autorità "di impedire che la memoria di chi ha dato la propria vita per la libertà di tutti noi venga vergognosamente oltraggiata".
L'interrogazione alla ministra Lamorgese
Il copione degli anni passati ha forti probabilità di ripetersi il prossimo 8 maggio. Simboli fascisti, saluti romani e camicie nere sono attese non tanto dalle autorità, quanto dagli antifascisti. Ricorrenze che, scrive Nicola Fratoianni nell'interrogazione alla ministra degli Interni Luciana Lamorgese, "esprimono senza equivoci la volontà di propaganda del fascismo". Nel documento depositato il segretario e parlamentare di Sinistra italiana ha chiesto se, valutando gli avvenimenti degli anni passati, esistano le condizioni "affinché il prefetto e il questore di Como valutino se sussistano i presupposti per non autorizzare il raduno", poiché "potrebbero configurarsi come apologia del fascismo".