A che punto è il processo sulla “Setta delle Bestie”: a processo 26 persone, hanno abusato di minori
È fissata per il prossimo 15 marzo la prossima udienza del processo alla Setta della Bestie, la psicosetta del Nord Italia, con sede a Novara, che aveva a capo il guru Gianni Maria Guidi morto lo scorso 15 marzo dopo essere stato dichiarato incapace di stare in giudizio. Il processo è iniziato il 24 febbraio dello scorso anno davanti alla Corte d'Assise di Novara: a processo ci sono 26 persone accusate di far parte della setta e di essere le responsabili delle violenza, tra cui anche sessuale, su venti donne, anche diverse minorenni. Gli imputati sono originari del Milanese, Varese e Bergamo.
Chi ha testimoniato al processo finora
Finora davanti ai giudici della Corte d'Assise si sono alternati i testimoni dell'accusa e della parti civili. A raccontare in aula quello che è successo sono state alcune vittime. Tra queste c'è una donna di 50 anni che già ha denunciato nel 2010 la Setta delle Bestie: la donna ha raccontato che è uscita dal gruppo quando ha avuto la sensazione che avvenissero abusi sessuali nei confronti di una bambina. E chi ha subito abusi era in aula: le vittime hanno fornito più o meno un racconto simile, ovvero stessi luoghi e gli stessi utilizzati per le violenze come un frustino e un vestitino per gli incontri tra le bambini e il "Dottore" Guidi.
Tra le vittime che si è esposta più di tutte c'è Giulia. Ha raccontato durante la sua deposizione cosa le è successo: "Sono molto in difficoltà perché mi sento che la giustizia non arriverà mai". Le indagini che hanno portato all'avvio del processo sono scattate dopo che Giulia ha denunciato tutto il 12 marzo del 2018 a Cuneo. A introdurre da piccolissima Giulia nella setta è stata la zia ventenne: la domenica pomeriggio la portava a casa di una delle donne principali della setta (Ada, oggi morta) in via Piero della Francesca a Milano.
“Avevo 7 anni… Già dalla prima volta che mia zia mi ha condotto da Ada mi fu chiesto di spogliarmi, secondo loro per mettermi a mio agio, in realtà io non ero molto contenta…", racconta Giulia. E ancora: "Quando erano tutte svestite, loro iniziavano a farsi reciproci massaggi, accarezzandosi le parti intime… e penetrarsi con falli di gomma".
Le violenze non finivano qui: "Ada infilava la bacchetta nell'ano della ragazza e poi invitava a muoverla come se stessi mescolando all'interno del "calderone". Col tempo venivo coinvolta sempre di più in maniera attiva". C'erano delle regole: fino ad 8 anni la bambina partecipa agli abusi senza subirli. Poi resta anche lei coinvolta in prima persona nelle violenze.
Tra i testimoni dell'accusa e delle parti civili ci sono anche i poliziotti che hanno fatto le indagini, che per anni sono hanno scoperto cosa succedeva in quella setta. Oltre a loro ci sono anche gli psicologi che hanno visitato le vittime. Dal 15 marzo invece tocca alla difesa presentare i suoi teste.
Come funzionava la Setta delle Beste
Stando alle indagini degli inquirenti, la "Setta delle Bestie" era stata denominata così perché i membri si davano soprannomi legati ad animali, come lumachina, capretta, volpetta. A capo dell'organizzazione c'era "il Dottore" o "il Pontefice", ovvero Gianni Maria Guidi: il guru è stato ritenuto incapace di stare in giudizio. L'uomo è morto a 79 anni.
Il gruppo, formato da più e più persone, adescava giovani ragazze in scuole di danza o in un centro psicologico dopodiché venivano indottrinate in una casa editrice o in alternativa in un'erboristeria o ancora in una bottega artigianale. Ovvero quasi tutti luoghi gestiti da un'affiliata della setta. Stando dalle indagini questo è avvenuto per molti anni, almeno dal 1990 al 2020. Infine gli abusi sarebbero avvenuti tra Milano e Pavia.