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A 38 anni lascia Milano per tornare in un paesino: “La paga era diventata buona, ma non riuscivo a rilassarmi”

Marco è un ragazzo di 38 anni che, dopo aver vissuto quasi 10 anni a Milano, ha deciso di tornare nel suo paese in provincia di Vicenza: “A tenermi così tanto a Milano è stato il lavoro”.
A cura di Matilde Peretto
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La vista dall'ufficio di Milano in cui Marco lavorava e la vista dall'alto del paese in cui Marco è tornato (foto di Marco Mioni)
La vista dall'ufficio di Milano in cui Marco lavorava e la vista dall'alto del paese in cui Marco è tornato (foto di Marco Mioni)

Marco è un ragazzo di 38 anni e vive in provincia di Vicenza. È appassionato di sport come il ciclismo, la corsa e lo scii d’alpinismo. L’Alto vicentino è il posto che fa per lui, lo è sempre stato. Lì ci è nato e cresciuto e, adesso, ci è pure tornato. Perché Marco ha vissuto quasi 10 anni a Milano, una città che gli ha fatto ampliare gli orizzonti e gli ha permesso di fare carriera. Ma alla fine ha deciso di mollare tutto e tornare nella provincia, in un paese veneto di circa 3mila abitanti, e non se ne pente. Anzi, ha raccontato a Fanpage.it come sia tornato per privilegiare l'affetto di amici e familiari (e lo sport) rispetto alla crescita lavorativa.

Come mai sei andato a Milano?

Io sono laureato in ingegneria e, dopo gli stage e i primi lavori, mi sono candidato per due aziende con sede a Milano: la Expo Spa (creata appositamente per l’esposizione) e la MM Spa (grande azienda di ingegneristica). Era una grande opportunità, mi avrebbe fatto “bene” al curriculum. Il piano era rimanere a Milano per un anno circa.

E alla fine quanto sei rimasto?

Alla fine nove anni, quasi dieci.

Cosa ti ha fatto restare per così tanto tempo?

Beh, in primis il fatto di aver avuto una relazione importante. E poi il lavoro. Nel corso degli anni le mie mansioni sono cambiate e io sono cresciuto tanto. Anche la paga era diventata buona. Però, ti dico la verità, Milano mi è sempre pesata un po’.

Perché?

La sensazione che ho avuto sin dai primi mesi in cui mi trovavo lì era quella di non staccare mai. Mi sembrava di essere sempre immerso in un vortice, non riuscivo mai a rilassarmi. Poi mi sono abituato a questa sensazione.

Ti è mai capitato di sentirti solo a Milano?

In realtà, appena sono arrivato ho iniziato una relazione durata per anni. Quando è finita ovviamente sì, mi sentivo solo, ma a quel punto prendevo la macchina e tornavo a casa (ci si mette circa due ore in macchina per arrivare nel paese in provincia di Vicenza in cui vive, ndr).

E a casa com’era?

Io sono molto legato a casa mia, alle mie zone. Sono appassionato di ciclismo, di corsa e di scii d'alpinismo, tutte attività che a Milano si fa fatica a fare. Mi mancavano molto i miei sport che a casa potevo fare liberamente.

Eppure sei rimasto a Milano un bel po’…

A tenermi così tanto a Milano è stato il lavoro: lo stipendio era buono e sapevo che mollando tutto avrei fatto fatica. In più facevo un mestiere che nelle città più piccole delle province è difficile da trovare. Ricominciare da zero non è facile.

Che vantaggi ha Milano, oltre il lavoro, secondo te?

Sicuramente i mezzi pubblici: potersi spostare senza macchina è molto comodo. E poi alla fine ha tutto: è servita dai mezzi, gli ospedali sono vicini, l’aeroporto è vicino, è ben collegata a tutte le arterie autostradali. Ma io non mi sono mai adattato al 100 per cento a Milano.

E per questo, dopo quasi 10 anni, hai deciso di tornare a casa.

Sì, ho anteposto l’affetto verso i miei amici e i miei familiari, unito anche alla mia passione per lo sport e per gli animali, al lato economico e alla carriera. Sono tornato in provincia, ma anche ripartire da un piccolo paese è una sfida. Ho dovuto riadattarmi sfruttando le esperienze che ho fatto a Milano.

Torneresti mai a Milano?

A vivere? No. Tornerei magari in provincia, a Bergamo, Brescia o Piacenza, ma a Milano città no. Poi in questo momento non ci tornerei mai anche per il costo degli affitti.

Ti sei fatto delle amicizie a Milano?

Io ho avuto la fortuna di iniziare a vivere a Milano in un appartamento in condivisione, quindi sono diventato amico dei miei coinquilini e di conseguenza dei loro amici. Ho trovato subito delle persone che ho frequentato per anni e che sento ancora oggi. Ma sono rimaste sempre loro comunque.

In che senso?

Nel senso che oltre quella cerchia di amici ho sempre fatto fatica ad avere altre amicizie. Per esempio, andavo in palestra, ma non ho mai fatto amicizie lì. È più difficile instaurare rapporti in una città come Milano. Non impossibile, ovvio, ma difficile.

Consiglieresti Milano?

Per farsi un’esperienza di un paio d’anni, anche per vedere e vivere una realtà grande, sì. Poi per certi ambiti Milano è l’unica città in cui si possono fare certi lavori quindi per crescere e per un periodo sì, poi se uno si trova bene può starci (ride, ndr). Io ho mollato dopo quasi 10 anni e non ho intenzione di tornarci.

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