Omicidio Fabio Ravasio, per la perizia il marito della ‘Mantide di Parabiago’ può affrontare il processo

Marcello Trifone era capace di intendere e di volere mentre si trovava nell'auto che il 9 agosto del 2024 investì e uccise Fabio Ravasio a Parabiago (nella Città Metropolitana di Milano). Lo ha stabilito la perizia psichiatrica richiesta dalla Corte d'Assise del Tribunale di Busto Arsizio e firmata dalle dottoresse Laura Ghiringhelli e Marina Carla Verga. Il barista è accusato di aver svolto un ruolo fondamentale nell'omicidio del 52enne che, secondo l'accusa, sarebbe stato pianificato da sua moglie, Adilma Pereira Carneiro, e messo in atto insieme ad altri sei uomini.
Stando a quanto ricostruito dalle indagini, Trifone si trovava a bordo dell'Opel che il 9 agosto dell'anno scorso investì Ravasio mentre tornava a casa in bicicletta. A guidare l'auto ci sarebbe stato Igor Benedito, uno dei figli di Carneiro, meglio conosciuta come ‘Mantide di Parabiago‘, e dunque ritenuto l'esecutore materiale dell'omicidio.
La Corte d'Assise del Tribunale di Busto Arsizio, presieduta da Giuseppe Fazio, aveva richiesto una perizia psichiatrica per accertare l'idoneità psichica di Trifone al momento dei fatti. L'imputato, così come anche l'amante della 49enne Massimo Ferretti, parlando con gli investigatori avevano dichiarato di aver agito perché indotti in qualche modo da Carneiro. Tuttavia, come stabilito dalla relazione depositata lo scorso 17 aprile, al momento dei fatti il 51enne di Magenta era pienamente capace di intendere e di volere, perciò potrà affrontare il processo.
Insieme a Trifone e Benedito, che si sarebbero trovati all'interno dell'auto usata per mettere in scena il finto incidente stradale, e Ferretti, sono accusati di omicidio anche Fabio Lavezzo, fidanzato della figlia di Carneiro, Mirko Piazza, che avrebbe fatto da palo, Mohamed Daibi, che finse un malore per bloccare il traffico, e Fabio Oliva, meccanico che avrebbe messo a punto l'Opel.