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Spesa a domicilio di Esselunga bloccata a Pasqua dallo sciopero: “Risarcimento ai clienti e Cig a 750 lavoratori”

Il servizio di delivery della catena di supermercati Esselunga è bloccata per il weekend di Pasqua per uno sciopero indetto da Filt Cgil. L’azienda ha fatto sapere che risarcirà i clienti e che 750 lavoratori rischiano la cassa integrazione se l’agitazione non viene interrotta.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
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Da venerdì 18 aprile il sistema di consegne a domicilio di Esselunga sta subendo pesanti disservizi. La causa è lo sciopero al quale hanno aderito le aziende che si occupano del delivery, ovvero Brivio e Viganò, Deliverit e Cap Delivery. La catena di supermercati ha già comunicato ai propri clienti attraverso messaggi telefonici e annunci che verranno risarciti per 20 euro. L'azienda ha fatto inoltre sapere attraverso una nota che "qualora le agitazioni non cessassero immediatamente e non riprendesse il dialogo tra i sindacati e le aziende trasportatrici, si troverà costretta a valutare il ricorso alla cassa integrazione per circa 750 persone operanti nei centri coinvolti".

Il sindacato Filt Cgil ha dichiarato lo sciopero per "comportamenti aziendali discriminatori e pratiche gestionali arbitrarie". I presidi sono in corso nel weekend di Pasqua nei  siti di Settimo Milanese (Milano), Dione Cassio (Milano), Varedo (Monza e Brianza) e Lallio (Bergamo). Tra gli aspetti più criticati nelle proteste c'è anche il massiccio ricorso agli straordinari, "20-25 ore alla settimana".

L'agitazione è stata criticata da Esselunga, in quanto sarebbe stata "attuata nonostante la Prefettura abbia già convocato un tavolo di confronto per il 23 aprile". Lo sciopero, ha detto l'azienda, starebbe causando "gravi disservizi ai clienti, con significativi sprechi di prodotti freschi rimasti bloccati nei magazzini" e i più colpiti sarebbero "anziani e persone in stato di fragilità che non possono recarsi autonomamente a fare la spesa". Da qui, la minaccia che se lo sciopero non si fermerà "immediatamente", i circa 750 dipendenti delle società coinvolte potrebbero finire in "cassa integrazione".

Il segretario generale di Filt Cgil Milano, Emanuele Barosselli, ha replicato al comunicato dell'azienda sostenendo che durante i presidi "quando ci è stato chiesto di agevolare l’uscita del pane dai magazzini lo abbiamo fatto senza batter ciglio". Inoltre, ha continuato il sindacato, Esselunga sarebbe "consapevole delle condizioni di chi svolge le consegne, ma si è sempre voltata dall’altra parte e ora mette le persone le une contro le altre". Nelle prossime ore Filt Cgil valuterà insieme ai lavori "come proseguire la protesta".

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