video suggerito
video suggerito

Uccisa a coltellate dal marito a Samarate, scatta anche l’accusa per stalking: “Ho fatto ciò che dovevo”

Vincenzo Gerardi ha ucciso a coltellate la moglie Teresa Stabile quando era ancora in auto con la cintura allacciata sotto la loro abitazione a Samarate (Varese). Oltre all’accusa di femminicidio, per Gerardi si aggiunge anche quella per stalking.
A cura di Giulia Ghirardi
120 CONDIVISIONI
Immagini di repertorio
Immagini di repertorio

"Ho fatto ciò che dovevo, buona Pasqua". È questo il messaggio mandato alla suocera da Vincenzo Gerardi dopo aver commesso il femminicidio della moglie Teresa Stabile, uccisa a coltellate quando era ancora in auto con la cintura allacciata sotto la loro abitazione a Samarate (Varese) lo scorso mercoledì 16 aprile. Oltre all'accusa di femminicidio, per Gerardi si aggiunge anche quella per stalking.

Stando a quanto riferito, l'episodio sarebbe infatti stato l'apice di un lungo periodo fatto di minacce, pedinamenti e continui messaggi. Persecuzioni di ogni genere che avrebbero spinto il figlio maggiore della coppia, che ha 28 anni, a sporgere denuncia per violenza privata contro il padre. Teresa Stabile, invece, aveva paura. Nonostante, infatti, la donna avesse avviato le pratiche per la separazione e fosse tornata a vivere dai genitori, da tempo temeva per la sua incolumità. Per questo non avrebbe riferito alle forze dell'ordine ciò che era quotidianamente costretta a subire dalle telefonate minatorie ai controlli sugli orari di entrata e uscita a casa. "Se lo denuncio mi ammazza", avrebbe confidato a più di un'amica.

Così Gerardi, vero le ore 19 di mercoledì scorso, avrebbe atteso il ritorno di Stabile nel cortile del palazzo con un coltello da cucina e mentre l'ex moglie parcheggiava, il 57enne avrebbe spalancato la portiera e avrebbe quindi iniziato a colpirla violentemente, con almeno tre fendenti al torace. È stata inutile la corsa all’ospedale di Legnano, dove Teresa è deceduta poco dopo l'ingresso in Pronto soccorso.

L'uomo, fermato con un taser dai militari mentre tentava di scappare, ha confessato il femminicidio davanti al pm Ciro Caramore raccontando di aver incontrato per caso la donna e che solo successivamente la situazione sarebbe precipitata. Ma il sospetto degli inquirenti è che, in realtà, dietro alle sue azioni ci sia una lunga premeditazione. Dopo il delitto, infatti, l'uomo avrebbe scritto alla suocera: "Ho fatto ciò che dovevo. Buona Pasqua". E in alcune lettere Gerardi avrebbe scritto di voler uccidere la moglie, scegliendo il il 16 aprile come giorno in cui colpire e poi togliersi la vita.

Nelle ultime ore sono stati ascoltati diversi testimoni, tra questi anche alcuni famigliari della vittima. Sulla scorta delle loro dichiarazioni la procura è intenzionata a contestare a Gerardi, oltre all'accusa di femminicidio, anche quella per stalking. L'uomo, infatti, avrebbe tormentato la vittima per mesi tanto che in diverse occasioni la donna avrebbe riferito di avere paura che il marito potesse ammazzarla.

120 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views