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Notizie sul caso di Leonardo La Russa

Leonardo La Russa, chiesta archiviazione per stupro: “Nessun rispetto della donna, ma non si sono approfittati”

La Procura ha chiesto l’archiviazione delle accuse di violenza sessuale a carico di Leonardo Apache La Russa, 22 anni, e del 26enne Tommaso Gilardoni: “Il loro comportamento è connotato da una profonda superficialità e volgarità nella modalità di concepire una ragazza, passata da uno all’altro”
A cura di Francesca Del Boca
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"Non emerge la prova di alcun comportamento di induzione diretto allo sfruttamento della condizione di inferiorità della ragazza per carpirne un consenso, atto induttivo che deve essere distinto e antecedente all’atto sessuale", scrivono la procuratrice aggiunta di Milano Maria Letizia Mannella e la pm Rosaria Stagnaro hanno chiesto al gip l’archiviazione del filone di indagine per violenza sessuale a carico di Leonardo Apache Maria La Russa, 22 anni, e del 26enne Tommaso Gilardoni. Ma allo stesso tempo hanno sottolineato come "il comportamento dei due indagati è certamente connotato da una profonda superficialità e volgarità nella modalità di concepire e trattare una ragazza, che viene passata da uno all’altro". Un atteggiamento "non assolutamente rispettoso della dignità della donna", che però "non integra però in sé la condotta di induzione e approfittamento richiesto dalla norma".

La ragazza, che ha sporto denuncia nel giugno del 2023, aveva raccontato ai magistrati che, la notte tra il 18 e il 19 maggio, dopo una nottata trascorsa nella discoteca milanese Apophis, si era risvegliata nel letto di Leonardo La Russa senza ricordare nulla. Sarebbe stato qui, all'interno della casa di Porta Venezia dei La Russa che, stando alla sua versione, la 25enne avrebbe subito "a sua insaputa" abusi sessuali da parte dell'ex compagno di liceo e del suo amico dj.

Per la Procura quindi, in attesa del pronunciamento del gip (che potrebbe decidere comunque per il rinvio a giudizio) cade l'accusa più grave. Mentre La Russa e Gilardoni rischiano invece il processo per revenge porn “aggravato poiché commesso con lo strumento telematico”. La Procura ha infatti chiuso le indagini, atto che di solito prelude a una richiesta di rinvio a giudizio, per due distinti episodi di “diffusione di video a contenuto sessualmente esplicito senza il consenso della ragazza”. Sarebbero in particolare due i video che documentano i rapporti sessuali: il primo inviato su WhatsApp da La Russa a Gilardoni quella notte (con la scritta "Muoviti"); il secondo inviato ad agosto dello stesso anno da Gilardoni a un amico, organizzatore della festa all’Apophis.

Immagini "brevi ma contemporanee alla consumazione degli atti sessuali", la cui visione "restituisce l’immagine di una ragazza in cui non era esclusa la capacità di autodeterminarsi rispetto al compimento degli stessi", mostrando "partecipazione consapevole da parte di una ragazza che conversa in maniera pertinente con gli indagati, si muove nella stanza in maniera autonoma". Ma per la cui diffusione, ora, i due giovani potrebbero essere costretti a presentarsi in tribunale.

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