Oggi le visite in carcere per la nuova perizia psichiatrica su Alessia Pifferi: “Domande sulla sua infanzia”

Sono iniziate questa mattina al carcere di Vigevano le prime visite per la nuova perizia psichiatrica disposta dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano per Alessia Pifferi. I periti, che per oltre un'ora hanno rivolto alla donna domande incentrate soprattutto sulla sua infanzia, hanno richiesto 90 giorni per elaborare la propria relazione finale. Il prossimo colloquio è previsto per il prossimo 2 maggio.
Alessia Pifferi, condannata in primo grado all'ergastolo per l'omicidio della figlia Diana, 18 mesi, lasciata morire di stenti nel luglio del 2022 dopo averla abbandonata in casa da sola a Milano, era stata dichiarata capace di intendere e di volere dal perito nominato dai giudici di primo grado. Lo psichiatra Elvezio Pirfo, che aveva redatto la perizia superpartes, aveva descritto l'imputata come incapace di esprimere sentimenti e provare emozioni, e quindi caratterizzata da uno stato psicologico di "analfabetismo emotivo" che le avrebbe impedito di provare reale empatia verso la sua bambina.
La difesa rappresentata dall'avvocata Alessia Pontenani ha però ora chiesto e ottenuto che Pifferi venga sottoposta a un nuovo esame da parte dei consulenti nominati dal Tribunale di Milano, nonostante il parere contrario del pm Francesco De Tommasi. "Non dico che Pifferi sia pazza", aveva dichiarato in aula Pontenani. "Voglio solo capire come ragiona". La difesa, del resto, ha sempre sostenuto che Pifferi sia in realtà portatrice di un pesante deficit cognitivo, un disturbo dello sviluppo intellettivo testimoniato già in tenera età dal pessimo rendimento scolastico e dall'affrancamento di un insegnante di sostegno già alle scuole elementari.