Dossier San Siro affidato a Simona Collarini, indagata dalla Procura. Bernardo (FI): “La nomina? Un’opportunità politica”

Il dossier San Siro è stato affidato a Simona Collarini, ex direttrice della Rigenerazione urbana del Comune di Milano oggi indagata dalla Procura. "La nomina? Una scelta sbagliata basata sull'opportunismo politico", ha commentato a Fanpage.it Luca Bernardo, Consigliere Comunale e Capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Milano.
Ma facciamo un passo indietro. Alla fine di febbraio, nel pieno della guerra tra il Comune di Milano e la Procura sulle pratiche edilizie cittadine, Collarini era stata rimossa dall'incarico comunale di direttrice della Rigenerazione urbana per poi essere ricollocata alla Direzione specialistica Pianificazione e Programmazione servizi. Uno spostamento che non è avvenuto per caso, ma è il risultato di un preciso disegno politico avviato dopo l'avvio delle indagini della Procura sulle Residenze Lac al Parco delle Cave nel quale la dirigente risulta essere indagata e, parallelamente, all'inchiesta sulla Beic (Biblioteca europea di informazione e cultura) nella quale sono indagati, tra gli altri, anche gli architetti Stefano Boeri e Cino Zucchi. Nonostante questo, due giorni fa, mercoledì 21 febbraio, Christian Malangone, city manager del Comune, ha firmato una determina dirigenziale con cui avrebbe nominato proprio Collarini "responsabile del procedimento relativo alla proposta di acquisto" di San Siro, presentata l’11 marzo dalle squadre di Milan e Inter.
È a questo punto che sono scattate le polemiche da parte dell'opposizione. Il centrodestra ha, infatti, mostrato forte perplessità "sull’opportunità politica" di affidare alla dirigente indagata un dossier tanto importante come quello di San Siro. In merito, il capogruppo della Lega in Comune, Alessandro Verri, ha parlato di "scelta che va nella direzione opposta a quella che auspicavamo. Non tanto per le capacità, perché Collarini è una professionista di livello, quanto per l’opportunità politica". Alla sua si è aggiunta la voce di Luca Bernardo, Consigliere Comunale e Capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Milano, che ha commentato così la vicenda a Fanpage.it: "Giornalisticamente qualcuno l'ha chiamato la guerra tra il Comune di Milano e la Procura sulle pratiche edilizie cittadine. Ma io ritengo che quello che è successo deve essere totalmente separato. Il potere, in particolare politico, da quello della giustizia. Sono due poteri diversi che dovrebbero andare sempre paralleli e confluenti ma con quella corretta e giusta separazione, questa è la premessa".
"Simona Collarini è stata rimossa dalla direzione e spostata in una nuova struttura che è la Direzione specialistica Pianificazione e Programmazione servizi. Questa è stata una scelta totalmente politica fatta dopo essere stata indagata", ha aggiunto a Fanpage.it il Consigliere di Forza Italia. "Certamente, la nomina è una scelta politica. Rilevo un certo grado di opportunismo nella scelta politica di affidare a un dirigente comunale indagato un dossier tanto importante per la città e i cittadini e che riguarda attività di costruzione e rigenerazione. Per questo la scelta mi sembra che vada esattamente nella direzione opposta a quella che ci si potrebbe auspicare. Collarini è una persona per bene, una persona culturalmente e professionalmente preparata, però, è proprio una questione di opportunità politica, si doveva fare un'altra scelta".
"Visto il tema difficile e visto che esistono i consulenti esterni, in un momento come questo avrei scelto un tecnico super partes come per esempio un professore ordinario del Politecnico", ha concluso Bernardo a Fanpage.it. "Se invece la scelta doveva ricadere per forza su una persona interna, allora sarebbe stato meglio un dirigente decentrato".