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Omicidio Sharon Verzeni

Moussa Sangare ritratta la sua confessione, la famiglia di Sharon Verzeni: “Sono tutte falsità”

Ha ritrattato la sua confessione Moussa Sangare, accusato dell’omicidio di Sharon Verzeni. In aula per il conferimento dell’incarico per la perizia psichiatrica chiesta e ottenuta dalla difesa, ha dichiarato: “Non ci sono prove”
A cura di Francesca Del Boca
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Moussa Sangare e Sharon Verzeni
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Ha ritrattato la confessione resa dopo l'arresto Moussa Sangare, accusato dell'omicidio di Sharon Verzeni. In aula per il conferimento dell’incarico al medico che dovrà effettuare la perizia psichiatrica chiesta e ottenuta dalla difesa, il 31enne ha infatti oggi dichiarato: “Non sono stati io, non ci sono prove che sia io il colpevole. L'ho detto perché ero in caserma da tre giorni, senza dormire”. Scatenando la rabbia dei genitori e dei parenti della giovane accoltellata nella notte del 30 luglio scorso a Terno d'Isola (Bergamo) mentre passeggiava con le cuffie. “Ci vuole coraggio a dire quelle falsità” hanno commentato il padre di Sharon Bruno Verzeni e la sorella Melody, presenti all'udienza.

"I genitori di Sharon sono molto provati", ha spiegato Luigi Scudieri, avvocato della famiglia Verzeni, al termine della seconda udienza del processo davanti alla Corte d'assise di Bergamo. "Senza contare che Moussa Sangare ricordava molto bene l'interrogatorio, le tempistiche dei fotogrammi delle telecamere. Ha risposto ad alcune accuse che gli erano state rivolte e ha fatto riferimento all'audio-registrazione delle sommarie informazioni testimoniali. Non stava certo vaneggiando, è perfettamente in grado di intendere e di volere".

Dopo il coltello fatto ritrovare sulle rive del fiume Adda, i vestiti sporchi di sangue e le immagini delle telecamere che lo inchiodavano sulla scena del delitto, ora Sangare ribalta ciò che aveva raccontato fino a quel momento, parlando di un fantomatico "vero assassino" di Sharon. "Dopo aver ucciso Sharon fa un percorso attraverso i campi, evitando strade con le telecamere, cambia ruote, sella e manubrio alla bici su cui comunque rimane una traccia di Dna di Sharon, si cambia i capelli, usa degli espedienti, seppellisce i vestiti con i sassi. Il fatto che il movente non sia manifesto e facilmente comprensibile, non significa che Sangare sia folle. Anzi, un movente c'è: la sua volontà di uccidere una donna""Ha ucciso per noia, in cerca di emozioni forti" aveva detto la giudice per le indagini preliminari, convalidando l'arresto del giovane. La prossima udienza è stata fissata per il prossimo 22 settembre.

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