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Al via il processo per l’omicidio di Andrea Bossi, i difensori: “Forse l’arma trovata non è quella del delitto”

Si è tenuta oggi la prima udienza del processo per l’omicidio di Andrea Bossi, il 26enne ucciso a Cairate (Varese) con una coltellata alla gola. Del delitto sono accusati Douglas Carolo e Michele Caglioni, 22 e 21 anni. Gli avvocati difensori del secondo dubitano che l’arma trovata, un coltello da cucina, sia quello effettivamente usata per il delitto.
A cura di Alice De Luca
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Douglas Carolo (a sinistra), Andrea Bossi (al centro) e Michele Caglioni (a destra)- foto da Instagram
Douglas Carolo (a sinistra), Andrea Bossi (al centro) e Michele Caglioni (a destra)- foto da Instagram

Si è tenuta oggi davanti alla Corte di Assise del tribunale di Busto Arsizio (in provincia di Varese) la prima udienza del processo per la morte di Andrea Bossi, il 26enne ucciso con una coltellata al collo nel suo appartamento di Cairate il nella notte tra il 26 e il 27 gennaio dell'anno scorso. Gli imputati sono il 22enne Douglas Carolo e il 21enne Michele Caglioni. 

Il giudice per l'udienza preliminare aveva rigettato la richiesta del rito abbreviato presentata dalla difesa, che avrebbe permesso di accedere a uno sconto di pena in caso di condanna. Tra i testimoni sono stati ammessi anche alcuni detenuti del carcere di Busto Arsizio, a cui Carolo avrebbe fatto alcune confidenze in merito all'omicidio. Gli avvocati Niccolò Vecchioni e Luigi Ferruccio, difensori di Caglioni, vogliono dimostrare "che Carolo ha avuto o tentato di avere contatti con l'esterno, in particolare in relazione all'arma del delitto".

E proprio in merito a quest'ultima, un coltello da cucina che gli inquirenti trovarono quasi 9 mesi dopo il delitto, che la difesa de ha espresso oggi alcuni dubbi: "A nostro parere insistono fondati dubbi che quella rinvenuta non sia davvero l'arma del delitto. In particolare perché sul coltello non sono state trovate tracce biologiche riconducibili a nessuno dei coinvolti, in particolare della vittima".

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i due 20enni avrebbero ucciso Bossi per motivi economici, cioè per derubarlo dei gioielli d'oro, delle carte di credito e del bancomat. Come dichiarato dalla fidanzata di Caglioni, sembra che i due, in realtà, avessero meditato già da giorni di torturare Andrea Bossi affinché fornisse i codici del bancomat e indicasse loro i nascondigli dove custodiva contanti e beni preziosi, per poi rinchiuderlo in macchina e dagli fuoco in un campo. Alla fine, però, il progetto non andò in porto e l’omicidio avvenne dopo una discussione nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 2024 nell’appartamento della vittima.

La prossima udienza è prevista per l'8 aprile, quando sarà sentito il padre di Bossi, il primo che lo trovò dissanguato nel suo appartamento.

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