Morte di Sharon Verzeni, Sangare rinnega la confessione dell’omicidio: “L’ho detto per paura del vero killer”

Nella nuova udienza i giudici avrebbero solo dovuto nominare gli esperti a cui affidare la perizia psichiatrica, ma in realtà è successo molto di più: Moussa Sangare, imputato per l'omicidio di Sharon Verzeni, ha preso la parola a sorpresa per rilasciare spontanee dichiarazioni in cui ha ribadito la sua innocenza, ritrattando tutte le confessioni in cui aveva ammesso di aver ucciso la 33enne. "Non sono stato io a uccidere Sharon Verzeni – ha detto Sangare davanti alla corte di Assise del tribunale di Bergamo – non c'è nessuna prova contro di me".
Sangare poi ha parlato anche del coltello, sotterrato in un calzino nero che lui stesso ha fatto ritrovare agli inquirenti in riva al fiume Adda, a Medolago: "Il coltello? Lo sotterravo lì vicino al fiume perché lì facevo le grigliate e ogni volta lo ritrovavo". Un racconto molto diverso dalla versione che il 30enne aveva invece raccontato alla giudice per le indagini preliminari Raffaela Mascarino, alla quale aveva spiegato di aver conservato l'arma del delitto "perché ho pensato che avrei potuto trovarlo ancora lì. Volevo tenerlo per avere memoria di quello che avevo fatto, come un ricordo".
Ma allora come spiega Sangare le confessioni in cui ha rivelato di essere l'omicida di Sharon Verzeni? "Ho detto che ero stato io – ha spiegato il 30enne – perché sono stato testimone del delitto e avevo paura di essere riconosciuto da chi l'ha uccisa. Per questo mi sono tagliato i capelli, per non farmi riconoscere, avevo paura di essere perseguitato da chi ha ammazzato Sharon". Poco dopo l'omicidio, infatti, Sangare aveva messo in atto quelli che i giudici hanno ritenuto veri e propri tentativi di depistaggio: oltre a tagliarsi i capelli, aveva anche sostituito alcune componenti della bicicletta che aveva utilizzato la sera della morte di Verzeni.
Dopo queste dichiarazioni, l'udienza si è conclusa nello sconcerto dei familiari di Verzeni. Il padre, presente in aula, si è detto "molto scosso" da quello che ha ascoltato. Il legale della famiglia di Sharon Verzeni, Luigi Scudieri ha commentato che la ritrattazione di Sangare non solo "fa ancor più soffrire i famigliari" della donna uccisa, ma "dimostra ancor più la sua lucidità".
Quella del 31enne oggi in aula è stata "una dichiarazione molto puntuale sui fatti. Si ricordava molto bene l'interrogatorio, le tempistiche dei fotogrammi delle telecamere, ha risposto ad alcune accuse che gli erano state rivolte e ha fatto riferimento all'audio-registrazione delle sommarie informazioni testimoniali. Non stava certo vaneggiando", ha, infatti, osservati l'avvocato della famiglia. Anche l'atteggiamento tenuto da Sangare dopo l'omicidio di Sharon Verzeni, secondo il legale, dimostrerebbe la capacità di intendere di volere del presunto omicida. "Dopo aver ucciso Sharon, fa un percorso attraverso i campi, evitando strade con le telecamere, cambia ruote, sella e manubrio alla bici, si cambia i capelli, usa degli espedienti, seppellisce i vestiti con i sassi", ricorda l'avvocato, sottolineando che "esiste una traccia di dna di Sharon sul trapezio della bicicletta di Sangare, l'unica parte che non è stata cambiata".
C'è poi il comportamento del 31enne nelle ore precedenti all'omicidio di Sharon Verzeni, quando – come lui stesso ha raccontato nelle confessioni oggi ritrattate – avrebbe minacciato due ragazzini, puntato tre uomini a Chignolo d'Isola, avrebbe fatto un tentativo con il coltello contro una statua femminile a Terno d'Isola, prima di imboccare via Castegnate e imbattersi in una donna in carne e ossa, Sharon Verzeni. "Il fatto che il movente non sia manifesto e facilmente comprensibile, non significa che Sangare sia folle. Anzi, un movente secondo me c'è: la sua volontà di uccidere una donna", ha osservato ancora l'avvocato Scudieri.
E proprio in merito alla capacità di intendere e di volere del 30enne al momento dei fatti, dovrà pronunciarsi l'esperto nominato oggi dai giudici per effettuare la perizia psichiatrica sull'imputato, che dovrà essere depositata entro 90 giorni a partire dal 1° aprile. La prossima udienza è fissata per il 22 settembre.