Famiglia rischia lo sfratto a Milano: “Non ci vogliono rinnovare il contratto e non possiamo pagare un’altra casa”

Nonostante l'aria fredda della prima mattina, decine di persone sono radunate nel cortile di via Paolo Bassi a Milano. Qui si trovano circa 150 appartamenti di proprietà del Pio Albergo Trivulzio, case a canone moderato destinate in origine ai lavoratori dello stesso ente, ma non solo a loro. Molti oggi, in seguito alla cessione da parte del Pat di parte del suo patrimonio immobiliare al fondo Inivmit per risanare i buchi di bilancio, temono di rimanere senza casa.

Per Dhammike Pitiyage e la sua famiglia questo timore è diventato concreto quando è arrivata la lettera di sfratto per finita locazione. "Vivo qui da quasi 15 anni insieme a mia moglie e a mia figlia – racconta il signor Pitiyage a Fanpage.it -. Ho sempre pagato l'affitto e anche quando nei momenti difficili ho saltato qualche mensilità poi ho sempre restituito tutto".
Dhammike Pitiyage, 60 anni, lavora per un'impresa di pulizie con contratto part time. Anche la moglie, Radica Nishanthi Pitiyage ha un impiego di mezza giornata, mentre la loro figlia 26enne fatica a trovare un lavoro. "Complessivamente – precisa Marco Bistolfi della segreteria territoriale Sicet – raggiungono a mala pena i 1.500 euro al mese, per loro sarebbe impossibile trovare un'altra sistemazione a Milano".
La conferma arriva dallo stesso Pitiyage: "Se ci mandano via non sappiamo dove andare, in più io, spostandomi da Milano, rischierei di perdere il lavoro, non avendo la macchina. La mattina alle 6 attacco per fare le pulizie in Regione Lombardia, poi mi devo spostare in un'altra zona e la sera fino alle 9:30 sono in una banca. Vorrei poter restare qui, nella casa per cui ho fatto sacrifici e a cui sono legato".
Lo sfratto della famiglia Pitiyage è stato posticipato al 29 aprile, ma i timori restano, così come le istanze dei sindacati: "Per ora è stata fatta la cessione di un primo blocco di immobili, che non comprende via Paolo Bassi – spiega Bistolfi -. Era prevista la cessione di una seconda parte e attualmente non sappiamo niente, ma le lettere di chiusura dei contratti continuano ad arrivare. Il Pat si era impegnato a darci informazioni ormai da mesi e da mesi non ci informa in nessun modo. Noi – conclude – chiediamo di riaprire la trattativa sui canoni di locazione, sul rinnovo dei contratti di affitto, chiediamo il blocco dell'operazione di cessione di ulteriori immobili a Invimit e la riapertura di un confronto serio che ormai da mesi la dirigenza del Pat, il commissario, rifiuta".