La storia di Rosa: “Non trovo casa a Milano, senza residenza mio figlio non può avere le cure di cui ha bisogno”

"Mio figlio Giorgio è affetto da un disturbo bipolare e maniacale, in Perù era in carico al servizio di psichiatria. Sono venuta in Italia per lui, in cerca di cure migliori, ma una volta qui non siamo riusciti a trovare casa e siamo stati rifiutati dal servizio sanitario per il fatto di non essere residenti". A parlare è Rosa (nome di fantasia), 53 anni, nazionalità peruviana. È arrivata in Italia nell'agosto del 2020, durante la pandemia di Covid19 in cerca di aiuto per suo figlio. Quello a cui si è trovata di fronte, però, è stato il rifiuto di un sistema sociosanitario fatto di infiniti cavilli burocratici che, sempre di più, contribuiscono al dilagare della povertà abitativa.
Anche nel 2024, infatti, sono state le disuguaglianze le protagoniste della situazione sociosanitaria a Milano. Che si tratti di cittadini italiani o stranieri, in città la povertà è avanzata con l'esclusione di fasce già vulnerabili della popolazione dall’accesso al Servizio Sanitario Nazionale e dal welfare locale. Più del 50% dei beneficiari che, nel 2024, si sono rivolti al progetto sociale "Nessuno Escluso" di EMERGENCY ha, infatti, riscontrato profonde difficoltà nel reperire un alloggio in città e più del 70% di loro vive in abitazioni disagiate. È questa la problematica più riscontrata dagli operatori dell’ONG che, con Nessuno Escluso, si occupa di garantire un accesso equo e inclusivo alla rete di prestazioni e servizi pubblici e privati di assistenza rivolti alle fasce più vulnerabili sul territorio milanese: dalla distribuzione di pacchi alimentari sino al supporto a problematiche abitative, lavorative, amministrative e di accesso ai sussidi e ai servizi sociosanitari.
Nelle specifico, nel 2024, Nessuno Escluso ha seguito 2.056 famiglie, ovvero circa 8.000 persone. Nel suo bacino di utenza gli italiani rappresentano la prima nazionalità (20%) – in leggero calo rispetto al 2023 (-5%) – seguiti dalle persone provenienti dal Perù (20%) che, nel 2023, risultavano essere soltanto il 12%. Dai dati di EMERGENCY emerge che, a oggi, a Milano essere regolarmente soggiornanti e avere un lavoro non significa potersi permettere una casa. Difficoltà economiche e affitti sempre più alti fanno sì che le persone abbiano difficoltà nell’ottenere un titolo abitativo e, dunque, avere una residenza che possa permettergli di accedere al welfare locale. “Sul territorio milanese vediamo ripetersi un circolo vizioso: senza titolo abitativo, non si può avere una residenza e si resta esclusi da moltissimi servizi, sussidi o altri supporti sociali. Questo meccanismo rende quasi impossibile emanciparsi dalla propria condizione di marginalità", ha spiegato Marco Latrecchina, coordinatore del progetto Nessuno Escluso a Fanpage.it. "Circa il 60% dei nostri utenti vive in abitazioni “disagiate”, a volte senza un contratto di affitto, ospite di altre famiglie, altre volte in sistemazioni abusive. Uscire da questo stato non è facile, soprattutto per la difficoltà nel migliorare la propria condizione reddituale, legata anche alla possibilità di accedere alle prestazioni sociali necessarie e poter usufruire del welfare territoriale e dei servizi che esso offre, e in generale, per esercitare una serie di diritti”.
La storia di Rosa e del figlio Giorgio
È proprio in questo circolo vizioso di cui parla Latrecchina che è finita anche Rosa. "Sono arrivata in Italia nell’agosto del 2020 durante la pandemia. Mio figlio mi ha raggiunta soltanto nel 2021, quando hanno aperto le frontiere", ha raccontato Rosa a Fanpage.it. "Quando sono arrivata è stato un momento molto difficile. Il problema più grande è stato trovare un appartamento, una stanza. Per tre giorni ho girato per la città senza trovare nulla. Poi, sono dovuta andare a chiedere aiuto all’unica amica che avevo qui. Lei mi ha ospitato e mi ha aiutata a trovare lavoro. Adesso sono ospitata da un’altra amica, ma potrò stare qui soltanto fino ad agosto. A quel punto dovrò andarmene e c'è la paura è di non riuscire a trovare un posto".
Ma senza una casa e senza un contratto di affitto, a Milano, non si può avere una residenza e così si resta esclusi da moltissimi servizi, sussidi o altri supporti sociali. "Giorgio è affetto da disturbo bipolare e maniacale, in Perù era in carico al servizio di psichiatria. Sono venuta in Italia per lui, in cerca di cure migliori, ma una volta qui, non essendo riusciti a trovare una casa siamo stati rifiutati dal servizio sanitario per il fatto di non essere residenti", ha continuato a raccontare Rosa. "Oltre alla malattia, in Perù era diventato pericoloso. Dopo aver fatto denuncia per un furto i colpevoli hanno iniziato a perseguitarmi, non potevo uscire di casa perché mi avrebbero fatto del male. Per andare al lavoro venivo scortata dal mio vicino di casa".
Di fronte all'esclusione dall'accesso del welfare locale Rosa si è rivolta ad altro, a chi cerca, ogni giorno, di colmare con la propria azione i vuoti creati dalla burocrazia. "Il primo aiuto che abbiamo ricevuto è stato quello dell’Opera San Francesco che ha fatto visitare mio figlio da uno psichiatra e ci hanno dato le medicine di cui aveva bisogno", ha aggiunto Rosa a Fanpage.it. "Dopodiché è arrivata EMERGENCY che ci ha salvato perché ci ha spiegato cosa dovessimo e potessimo fare. Ci ha accompagnato nel percorso per ottenere l'asilo politico e il permesso di soggiorno che alla fine abbiamo avuto a luglio 2024".
Anche con il permesso di soggiorno, però, le difficoltà non sono finite. "Una volta ottenuti i permessi di soggiorno, insieme a EMERGENCY abbiamo provato ad accedere ai servizi specialistici per la salute mentale, ma siamo stati rifiutati per il fatto di non essere residenti perché eravamo ospiti da un'amica. Però, la presa in carico del CPS (Servizio per la salute mentale) era indispensabile per Giorgio, che in quel momento della sua vita stava molto male", ha raccontato Rosa. "Così, con il supporto di EMERGENCY abbiamo avviato un percorso con il Centro PsicoSociale per Giorgio che ora è seguito dal servizio specialistico, prende terapie farmacologiche ed è in attesa del riconoscimento di invalidità civile per avviare un percorso lavorativo protetto".
Questo perché il programma Nessuno Escluso di EMERGENCY cerca di aiutare concretamente le persone più vulnerabili e marginalizzate della società, con l'obiettivo di riagganciarle al Servizio Sanitario Nazionale e ai sistemi di Welfare esistenti sul territorio, per fare in modo, appunto, che nessuno rimanga escluso. "Quando siamo arrivati è stato complicato per Giorgio che ora, però, non vuole più tornare in Perù. Qui si sente molto meglio. In Perù se hai una malattia come la sua non sei ben visto. Qui, invece, si sta costruendo una vita come se non l'avesse", ha concluso Rosa a Fanpage.it. "Mio figlio non è autonomo, viviamo e vivremo sempre insieme. Ma da quando è arrivato in Italia e grazie all'aiuto che abbiamo ricevuto, è tornato a vivere. Scrive libri, adesso sta finendo l'ultimo. In più, gli piace moltissimo il calcio, ci gioca con gli amici, sogna di lavorare in quell’ambito. Invece, in Perù, di sogni non ne aveva più".