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Arrestati Stefania Nobile e Davide Lacerenza

La storia della Gintoneria, il locale del “King” delle notti milanesi Davide Lacerenza e della figlia di Wanna Marchi

La macchina da soldi di Davide Lacerenza e Stefania Nobile, che prima del sequestro arrivava a fatturare due milioni di euro all’anno, apre i battenti nel 2013 nella zona periferica di Greco. Poi il trasferimento in via Napo Torriani e la creazione del personaggio social di “Davidone” tra lusso, trash e cocaina.
A cura di Francesca Del Boca
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Bottiglie di bollicine da migliaia di euro da "sciabolare", ostriche e pesce crudo, le Ferrari parcheggiate accanto alla vetrina, le belle "cavalle", i Rolex al polso e il denaro contante. È la Gintoneria, creatura di Davide Lacerenza che, grazie all'ostentazione social di uno stile di vita tra lusso (ormai è celebre il video in cui lava i cerchioni dell'auto da corsa con lo champagne) e eccessi di ogni genere (soprattutto cocaina), in pochissimi anni è diventata nota in tutta Italia come simbolo delle folli notti milanesi. Il tutto all'interno di un piccolo locale da soli 70 metri quadri in via Napo Torriani, zona stazione Centrale, ora sotto sequestro dopo l'inchiesta della Guardia di finanza che ha portato all'arresto del titolare e di quella che viene ritenuta la sua "socia occulta" (benché figuri solo come dipendente) Stefania Nobile per un presunto giro di spaccio e sesso a pagamento.

Ma come è nata la macchina da soldi di quello che si autoproclamava il "King della notte di Milano" e la figlia di Wanna Marchi, che prima della chiusura arrivava a fatturare due milioni di euro all'anno? I due si conoscono nel 2005. Davide Lacerenza, nato nel quartiere popolare di Lorenteggio da famiglia pugliese nel 1965, da 20 anni lavora nei mercati ortofrutticoli cittadini e arrotonda lo stipendio come fotomodello o stripper al bar Lara di piazzale Loreto.

L'ex televenditrice Stefania Nobile, che in quel momento con la madre Wanna Marchi affronta il processo terminato nel 2009 con una condanna a oltre 9 anni per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, diventa sua compagna e socia: con lei, che però risulta sempre e solo come semplice dipendente, Lacerenza rileva una trattoria in via Comune Antico, nella zona periferica di Greco, e proprio nel 2009 inagura La Malmaison, dove al bancone lavorerà poi anche la stessa Stefania in regime di semi-libertà. "Mia zia mi aiutava ad aprire il crudo, Stefania faceva la cameriera con i tacchi", racconterà Lacerenza di quel periodo. "Al tempo bevevo solo gli avanzi di vino che lasciavano i clienti a tavola, non potevo permettermi di più".

Il progetto del ristorante, segmento lusso, prevede pochissimi coperti (solo 4 salette, ognuna con un tavolo privato), arredi d'antiquariato, broccati, centinaia di candele, giardino fiorito da 350 metri quadri e posate d'argento. Il menu, ovviamente, spazia tra scampi, foie gras, formaggi francesi e vini costosi, con tanto di polemiche per i conti gonfiati da migliaia di euro sullo scontrino con un bicchiere di rum a 40 euro, sei gamberi a 300 euro e un piattino di frutta a 30 euro. Ma ben presto, nonostante gli affari vadano a gonfie vele, i due smettono di servire primi e secondi e si lanciano nel mondo dei cocktail e dei gin. Così quattro anni dopo, nel 2013, sempre tra le mura di via Comune Antico apre La Gintoneria, che assicura grande popolarità al suo proprietario con 500 etichette di gin da tutto il mondo e introvabili bottiglie di champagne.

Un incendio, poi, costringerà Davide Lacerenza e Stefania Nobile a spostare l'attività in via Napo Torriani 15, alle spalle della Stazione Centrale e due passi dalla movida di Porta Venezia. Il locale è avviato, anche se viene chiuso diverse volte per le proteste dei residenti, che lamentano gli schiamazzi fino a tarda ora e sospettano l'esistenza di un giro di spaccio. Ma Lacerenza, che a quel punto non è più compagno ma resta più che mai socio in affari della figlia di Wanna Marchi, non si ferma. Anzi, alza la posta: grazie alla spinta propulsiva dei social riesce a vendere a caro prezzo costosissime bottiglie di champagne ("Sono il Mosè che ha aperto le bottiglie di champagne facendolo passare da nettare elitario a bevanda popolare", raccontava nella sua biografia) e il suo personaggio trash, scritto a caratteri cubitali sulla tenda del bar e venerato dagli avventori del locale che spesso arrivano da tutta Italia soprattutto per incontrare di persona "Davidone".

Gli stessi che, in questi giorni, hanno lasciato infatti numerosi messaggi e lettere di sostegno sulla vetrina (ora sigillata dai finanzieri) della Gintoneria. E gli stessi che trascorrono intere nottate con lui per fare a gara a chi "fa" la bottiglia più costosa (anche 7mila euro per una singola etichetta) per offrirla agli altri presenti, in un gioco di continui rilanci che ingrossa sempre più le casse di Nobile e Lacerenza. In questo modo il rampollo milanese che darà il via alle indagini della Finanza, ad esempio, dilapiderà un'intera eredità. "Una sera, su invito di Lacerenza, ho offerto una bottiglia di champagne da 3 litri, dal costo di 10mila euro, in occasione del compleanno di Filippo Romeo (Filippo Champagne)", spiega infatti l'uomo ai finanzieri il 5 dicembre del 2023, quando di fatto scoperchierà il vaso di Pandora delle notti alla Gintoneria. "In un sera, per la festa dell'ex fidanzata di Lacerenza ho speso invece quasi 50mila euro, con Davide e Alessia abbiamo aperto bottiglie costose fino alle 8 del mattino".

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