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Ramona Rinaldi trovata morta nel bagno, indagato il marito: i vicini hanno sentito un tonfo la mattina del decesso

Restano ancora molti dubbi sulla morte di Ramona Rinaldi, la 39enne trovata impiccata nel bagno nell’appartamento in cui viveva con il marito, che è indagato per omicidio volontario. I vicini del piano di sotto hanno raccontato di aver sentito un tonfo attorno alle 5:15 del mattino, il presunto orario di decesso della donna.
A cura di Alice De Luca
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Non è ancora chiaro come fosse stata chiusa la porta del bagno in cui lo scorso 21 febbraio è morta la 39enne Ramona Rinaldi nella sua casa di Veniano, in provincia di Como. I soccorritori sono stati chiamati attorno alle 5:00 del mattino dal marito Daniele Re, che ha detto loro di non riuscire a entrare nel bagno dove si era chiusa a chiave la moglie, che nel frattempo non dava risposte.

Stando ai suoi racconti, l'uomo si sarebbe accorto dell'assenza di Rinaldi perché nessuno aveva stoppato la sveglia che lei impostava ogni giorno per andare al lavoro. Arrivati sul posto, i soccorritori hanno dovuto sfondare la porta a spallate, ma non l'avrebbero trovata chiusa a chiave né bloccata da qualche oggetto dall'interno. Una volta entrati hanno invece trovato la donna impiccata con la cintura dell'accappatoio al montante del box doccia.

Gli elementi iniziali avevano portato gli inquirenti sulla pista del suicidio, un'ipotesi a cui si è dichiarata però contraria la famiglia di Rinaldi, secondo cui la donna non avrebbe avuto motivo per farlo né avrebbe mai manifestato avvisaglie o malesseri tali da portare a un gesto simile. I magistrati hanno quindi deciso di aprire un fascicolo per omicidio volontario, nel quale al momento risulta indagato solo il marito. A questa vicenda oscura si aggiunge ora un elemento: i vicini di casa che abitano al piano inferiore avrebbero sentito un tonfo nell'appartamento di Rinaldi attorno alle 5:15 del mattino, un orario compatibile con la possibile ora del decesso.

Nel frattempo gli investigatori hanno prelevato in modo coatto il dna del marito dopo che nei giorni scorsi il 34enne si era rifiutato. I carabinieri del Ris invece hanno fatto un sopralluogo nell'appartamento sequestrato, da cui hanno portato via, per le analisi, l'accappatoio, la cintura, alcuni indumenti e altri oggetti che potrebbero essere in qualche modo legati al decesso della donna.

A insospettire gli inquirenti c'è anche il fatto che qualche giorno dopo l'omicidio Daniele Re era risultato irraggiungibile per diverso tempo, tanto da portare la madre a fare una segnalazione di scomparsa, nel timore che il figlio potesse aver commesso qualche gesto estremo dopo la morte della moglie. L'uomo però sarebbe rientrato la sera stessa nella casa della mamma dove al momento vive dopo il sequestro dell'appartamento di Veniano.

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