Omicidio Luciano Muttoni, il 25enne arrestato: “Aveva guardato la mia ragazza, volevo rapinarlo per ripicca”

Non ci sarebbe solo una rapina dietro l'omicidio di Luciano Muttoni, ma anche una spedizione punitiva per "uno sguardo giudicato poco opportuno". È quanto emerso durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto di Carmine de Simone, il 25enne fermato dai carabinieri di Bergamo lo scorso 10 marzo insieme al presunto complice, il 24enne Mario Vetere. Stando ricostruito dalle indagini, sarebbero stati loro ad aggredire, picchiare a morte e derubare il 57enne nella sua casa a Valbrembo. De Simone, ritenuto l'ideatore del piano, avrebbe detto alla gip Alessia Solombrino che voleva "spaventare Luciano", e che non gli avrebbe "fatto nulla" se gli avesse "dato tutto". La giudice ha confermato i fermi di entrambi.
L'alloggio da Muttoni e lo sguardo "poco opportuno"
Come ha raccontato durante l'interrogatorio di convalida, de Simone nell'ultimo mese aveva alloggiato tre volte in casa di Muttoni. Il 57enne, infatti, era solito affittare le camere del suo appartamento di via Rossini e offrire un servizio taxi con la sua vecchia Volkswagen Golf agli ospiti. De Simone avrebbe dormito da lui anche il mercoledì precedente all'omicidio, insieme alla fidanzata e un'altra coppia.
Il 25enne ha raccontato che il giorno seguente, giovedì, Muttoni aveva accompagnato i quattro alla stazione ferroviaria di Ponte San Pietro. De Simone ha spiegato che durante il tragitto si sarebbe accorto che il 57enne "guardava nello specchietto retrovisore la mia ragazza e la sua amica come se avesse un interesse e questa cosa mi ha dato fastidio". Per questo motivo, avrebbe poi l'indomani ideato il piano per "ripicca" nei suoi confronti.
La "ripicca" diventata una "spedizione punitiva"
Come riportato dal Corriere della Sera, de Simone avrebbe contattato Vetere nella mattinata di venerdì 7 marzo attraverso Instagram. Il 25enne avrebbe detto all'altro che gli serviva aiuto per "regolare i conti con un tizio che mi doveva dei soldi", ma in realtà il suo obiettivo sarebbe stato quello di "spaventare" Muttoni e rapinarlo. Una volta arrivati a Valbrembo, dopo aver assunto cocaina, i due con scacciacani e passamontagna sarebbero entrati nell'abitazione del 57enne.
Muttoni, però, avrebbe reagito al tentativo di rapina. A quel punto, de Simone lo avrebbe colpito, bloccato con una presa di Mma (la ‘Mata Leao'), poi ancora ferito alla testa con il calcio di pistola e, una volta a terra, preso a pugni e calci in faccia. Il 25enne ha detto che quando sono andati via Muttoni "ansimava e si lamentava". I due ragazzi sarebbero fuggito con la Golf del 57enne, si sarebbero disfatti di pistole e giubbotto insanguinato e, infine, divisi.
L'arresto di de Simone e Vetere
Domenica mattina, 9 marzo, i carabinieri hanno scoperto il corpo di Muttoni senza vita da diverse ore. Poche ore dopo, i militari hanno rintracciato de Simone grazie a un controllo dei colleghi di Monza della sera precedente e lunedì 10 marzo lo hanno arrestato insieme a Vetere.
Nella convalida del fermo dei due giovani, la gip Solombrino ha parlato della "lucidità" di de Simone che, nonostante l'assunzione di droga, avrebbe dimostrato nel compiere azioni "finalizzate ad occultare le prove" di una "efferata spedizione punitiva" per "uno sguardo giudicato poco opportuno". Per quanto riguarda Vetere, il 24enne avrebbe rivestito "un ruolo di minore rilievo", ma ciò non toglie che avrebbe "comunque attivamente partecipato al drammatico pestaggio".