video suggerito
video suggerito

Chiusura asili nido a Milano, centinaia di bambini e lavoratori rischiano di rimanere a casa: ecco cosa sta succedendo

C’è forte preoccupazione per il rischio di chiusura degli asili nido e dei servizi di sostegno ai bambini con disabilità gestiti da cooperative nel Comune di Milano. Cinque di loro avrebbero confermato l’intenzione di interrompere il servizio e di avviare un contenzioso con l’amministrazione comunale.
A cura di Giulia Ghirardi
78 CONDIVISIONI
Immagine

C’è forte preoccupazione per il rischio di chiusura degli asili nido e dei servizi di sostegno ai bambini con disabilità gestiti da cooperative del Comune di Milano. Questo perché le cooperative Accento, Cadiai, Consorzio Blu, Nuova Assistenza e Orsa avrebbero confermato l’intenzione di interrompere il servizio e di avviare un contenzioso con l’amministrazione comunale a causa della "sopravvenuta eccessiva onerosità" legata all’aumento salariale degli educatori, derivante dal rinnovo del contratto collettivo nazionale.

Se questa decisione dovesse concretizzarsi, circa 800 bambini con disabilità e le loro famiglie si troverebbero privi di un servizio essenziale, mettendo in crisi la già fragile rete di supporto all’infanzia e all’inclusione scolastica. In più, circa 500 educatori delle cooperative coinvolte vedrebbero messo a rischio il proprio posto di lavoro. "Già le famiglie fanno fatica a trovare posto, ci sono liste di attesa lunghissime per gli asili", ha detto Salvatore Monteduro, segretario confederale di Uil (Unione Italiana del Lavoro) in una nota stampa. "Se a questo si aggiungesse il rischio di una rescissione del contratto in essere da parte del consorzio di cooperative, il problema diventerebbe enorme".

Chiusura asili nido a Milano: la posizione di Uil

Una quota degli asili nido presenti a Milano è gestita da cooperative, in gergo "sono esternalizzati". Il restante, invece, è "internalizzato", ovvero a gestione diretta del Comune. Nello specifico, "il Comune ha un appalto in essere con 5 cooperative per la gestione degli asili nido a Milano", ha spiegato a Fanpage.it Salvatore Monteduro. "Questo consorzio minaccia di rescindere il contratto se il Comune non lo adeguerà così come è avvenuto con il rinnovo del contratto delle Cooperative Sociali che ha avuto un adeguamento di circa il 17 per cento (circa 150 euro di incremento mensile lordi)". Detto in altre parole, le cooperative minacciano di interrompere il servizio che svolgono negli asili nido e questo, di fatto, comporterebbe il rischio per centinaia di bambini e lavoratori di rimanere a casa dall'oggi al domani.

Proprio il recente rinnovo del contratto collettivo delle cooperative sociali, secondo Monteduro, rappresenta un passo avanti fondamentale per il riconoscimento del lavoro e della responsabilità degli educatori. "Il nuovo contratto tiene finalmente conto del costo della vita e delle responsabilità che gli operatori del settore ricoprono", ha continuato a spiegare il segretario Uil. "Questo necessario adeguamento salariale deve essere considerato e valorizzato dal Comune di Milano che deve farsi carico di questa responsabilità, garantendo la sostenibilità economica del servizio e valutando una gestione diretta per evitare il ripetersi di queste crisi". Questo perché, il motivo alla base dell'adeguamento sarebbe una sovraesposizione dei costi, una "sopravvenuta onerosità di gestione del servizio" che, secondo Monteduro, "non può essere caricata esclusivamente sulle spalle delle cooperative".

Qual è la causa di tutto questo? Secondo Salvatore Monteduro, l'esternalizzazione dei servizi. "Non possiamo accettare che la continuità educativa dei bambini e la stabilità lavorativa degli educatori siano messe a rischio da una logica di esternalizzazione che si è rivelata fallimentare. Il rischio di risoluzione anticipata dei contratti da parte delle cooperative dimostra quanto sia fragile l’affidamento a soggetti esterni quando mancano tutele adeguate", ha detto ancora Monteduro a Fanpage.it. "Da questo punto di vista il Comune ha fatto finta di non sentire, ma ha il dovere di trovare una soluzione immediata per garantire questi servizi fondamentali".

Proprio in merito all discorso della reinternalizzazione dei servizi, "il Comune ha detto che ci sono troppi vincoli che impediscono che la spesa del costo del personale possa essere implementata. Noi diciamo che invece è possibile perché risparmierebbero i costi di beni e servizi che oggi il Comune sostiene trasferendoli in un costo per il personale", ha spiegato Monteduro. "Sull'adeguamento del contratto al 100 per cento dicono invece che non possono farlo perché a loro avviso le norme non glielo permetterebbero e rischierebbero un danno erariale".

Al di là di tutto, però, una cosa è ben chiara e si deve tenere a mente: "Non è possibile che in contenziosi giuridico legali chi ne fa le spese siano le famiglie e i lavoratori", ha concluso Salvatore Monteduro.

Chiusura asili nido a Milano: la risposta del Comune

"La chiusura degli asili nido a Milano non è un'opzione sul piatto. È un'esagerazione". È netta la risposta di Anna Scavuzzo, vicesindaco e assessora all'Istruzione del Comune di Milano in merito al rischio chiusura degli asili nido in città.

"Sul piatto c'è l'adeguamento delle tariffe che il contratto collettivo nazionale ha previsto nell'interlocuzione che le parti hanno avuto a livello romano", ha spiegato l'assessora a Fanpage.it. "A Roma hanno deciso di rivedere al rialzo la tariffazione e hanno trovato un accordo. Per tutti coloro che, però, avevano già dei contratti in essere con regole discendenti da vecchi appalti questa non poteva cambiare.  Non c'è infatti una previsione di legge che ci permetta di farlo".

"Nel nostro caso, tutto quello che i contratti permettevano di fare lo abbiamo fatto", ha continuato la vicesindaco. "Nella fattispecie, il nostro contratto prevedeva la possibilità di un aumento del corrispettivo con una franchigia del 5 per cento sull'aumento dell'inflazione. Quello è l'unico pezzettino su cui avevamo margine e lo abbiamo fatto. Le cooperative ci stanno dicendo che vogliono tutto, non soltanto una parte. Ma non possiamo farlo".

C'è, però, da ricordare una cosa importante. "In questo momento, il servizio educativo all'infanzia è tripartito. La maggioranza è gestita dal Comune di Milano. Su un totale di circa 6000 posti, 3700 educatrici sono del Comune, 1440 sono invece gestiti da appalti e oltre 1000 sono pagati con il corrispettivo previsto dal mercato dei privati accreditati convenzionati". Dunque, sull'ipotesi di una reinternalizzazione "non vogliamo fare anticipazioni", ha risposto Scavuzzo. "Abbiamo un appalto in essere fino al 2026, nel frattempo dobbiamo ribandire e vedere cosa succede, ma sicuramente troveremo una soluzione".

In ogni caso, il punto, forse, è un altro. "Il problema, ed è il motivo per cui io continuo a ribadire che dobbiamo trovarci al tavolo con il Governo, è capire dove si trovano le risorse perché è sacrosanto che ci sia stato un aumento del salario minimo di queste persone che fanno un lavoro significativo per la città e per l'educazione, ma dobbiamo capire se siamo tutti d'accordo in Italia che su queste professioni dobbiamo investire tutti di più", ha concluso decisa la vicesindaco. "Il Comune non vuole abbandonare nessuno, anzi vuole corrispondere a ognuno quello che è giusto e quello che è legalmente possibile".

78 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views