In pochissimi al concorso per il ruolo di docente di sostegno in Lombardia: il 96% delle cattedre resterà libero

Erano 2.178 i posti messi a bando. All'esame si sono presentati 300 candidati, di loro soltanto in 122 hanno passato la prova scritta. Un risultato che, di fatto, lascia libere oltre 2 mila cattedre (il 96 per cento dei posti disponibili) per il ruolo di docente di sostegno in Lombardia.
È quanto accaduto mercoledì 19 febbraio in occasione degli esami del concorso previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, con l'obiettivo di colmare la carenza di docenti di sostegno in Lombardia. Due giorni fa, il ministero dell’Istruzione e del merito ha pubblicato i numeri relativi all'affluenza e agli esiti di tali esami. Quello che emerge è un quadro desolante.
Per superare la prima prova occorreva totalizzare il 70 per cento dei punti a disposizione. Dei 300 che si sono presentati, soltanto in 122 hanno passato la prova, poco più di un terzo dei candidati. I posti messi a bando erano però oltre 2 mila: 2.178, per l’esattezza. Dunque, circa il 96 per cento delle cattedre rimarrà vacante in Lombardia. Numeri che potrebbero salire perché non è detto che i 122 reduci dallo scritto riescano a superare anche la prova orale. E questo significa che per il sostegno occorrerà attendere ancora a lungo prima di vedere tutte le cattedre occupate.
I numeri nelle scuole
Sono poco meno di 60 mila gli alunni H che, quest'anno, frequentano le scuole lombarde. Al contempo, i docenti di sostegno che li accompagnano nelle loro attività sono circa 34 mila. Di questi, 21 mila sono supplenti precari, alcuni senza un titolo di specializzazione. Secondo l’Istat, infatti, nel 2022/2023, il 40% degli insegnanti di sostegno nella regione erano stati reclutati da graduatorie comuni, senza una formazione specifica per il sostegno ma utilizzati per far fronte alla carenza di figure specializzate. Una recente sentenza del tribunale di Roma ha, però, sancito il principio in base al quale l’assegnazione di un docente di sostegno non specializzato è "in grado di determinare un danno irreparabile nel percorso formativo".
Un numero così alto di supplenti esporrebbe, dunque, alunni e famiglie a una serie di difficoltà. E nonostante di posti vacanti ce ne siano più che a sufficienza mancano persone disposte a ricoprirli. "In Lombardia ci sono i posti ma non i candidati. Ciò provoca una discontinuità che va a discapito del dialogo educativo", ha detto in merito Matteo Loria, presidente regionale dell’Associazione nazionale presidi. "Specialmente quando si tratta di alunni fragili, la continuità delle cattedre è un valore aggiunto».