Roberto Bolzoni trovato morto in auto a Lodi: uno dei due sospettati si dichiara innocente, l’altro non risponde

Si è conclusa questo pomeriggio, martedì 25 febbraio, l'udienza per la convalida del fermo dei due uomini accusati dell'omicidio di Roberto Bolzoni, il 61enne ucciso con 35 coltellate e rapinato la settimana scorsa a Lodi. I due sospettati, Roberto Zuccotti, 48 anni, e il nipote 29enne Andrea Gianì sono stati ascoltati oggi dal giudice per le indagini preliminari: se Zuccotti, già interrogato dal pm, ha deciso di avvalersi ancora della facoltà di non rispondere, il nipote Andrea Gianì ha confermato le dichiarazioni iniziali in cui si dichiarava completamente estraneo ai reati di omicidio volontario e rapina. La decisione sul provvedimento richiesto dal pm Martina Parisi, che ha partecipato all'interrogatorio di convalida con la procuratrice di Lodi Laura Pedio, spetterà al gip Ivonne Fiorella Calderon, che si esprimerà entro 48 ore.
Roberto Bolzoni, che si era allontanato dalla propria abitazione nel pomeriggio di domenica 16 febbraio, è stato ritrovato cadavere due giorni dopo, riverso in una pozza di sangue all'interno della propria auto parcheggiata in piazza Omegna a Lodi e chiusa dall'esterno. Secondo le ricostruzioni della Procura i due uomini, che frequentavano lo stesso bar di Bolzoni, sarebbero saliti in macchina con lui e l'avrebbero assassinato in pochi istanti solo per rapinarlo dei suoi pochissimi averi, una collanina d'oro e il portafoglio: uno dei due, armato di coltello, avrebbe così colpito per 35 volte il volto e la giugulare dell’uomo mentre l’altro lo teneva fermo. Poi la fuga, durata solo pochi giorni: i due, che condividono la stessa abitazione, sono stati incastrati dalle impronte trovate all’interno dell’auto e dalle tracce di sangue sparse in casa e sui vestiti, nonostante il tentativo di cancellarle.