Omicidio Roberto Bolzoni a Lodi, trovato morto nell’auto chiusa dall’esterno: è stato ucciso con 35 coltellate

Ormai non ci sono più dubbi. Roberto Bolzoni, 61enne trovato senza vita nella sua auto chiusa dall'esterno a Lodi, è stato ucciso. Sono 37 le coltellate con cui l'assassino, ancora senza nome, ha infierito sul corpo dell'uomo, scomparso domenica scorsa e ritrovato due giorni dopo a pochi metri da casa in piazza Omegna: era seduto al posto di guida, in una pozza di sangue, senza più cellulare, portafoglio e chiavi della macchina. Accanto a lui, un coltellino. Ma, per chi indaga non è quello con cui è stata colpita la vittima, per cui è stato fatale un fendente sferrato dritto al collo che lo ha dissanguato.
L'ipotesi dei debiti di gioco
L'uomo, da tempo disoccupato, viveva di sussidi e frequentava quotidianamente i bar della zona, tra cui un centro scommesse poco lontano dalla sua abitazione nel quartiere San Fereolo. L'ipotesi, per questo motivo, è che il delitto possa essere maturato in questo contesto, forse un debito di gioco, o una vendetta: per gli inquirenti, Bolzoni conosceva il suo assassino. "Ma lui non aveva problemi con nessuno", ha assicurato la sorella Iolanda Bolzoni. "Era un tipo tranquillo, veniva nel bar a giocare a carte", racconta invece il gestore di un locale a Lodi Vecchio che Bolzoni frequentava. "Nessuno di noi riesce a capacitarsi del fatto che possa essere stato ucciso". "Lo conoscevo molto bene Roberto", ha spiegato ancora una vicina di casa. "Era un brav'uomo, l'ultima volta che l'ho visto mi ha aiutata con la spesa sul pianerottolo, ma non avevo notato nulla di diverso dal solito, sempre allegro e scherzoso, in giro con il suo cane Messi".
Le indagini
Nel frattempo proseguono le indagini dei carabinieri coordinati dalla Procura di Lodi, che hanno transennato il perimetro del piazzale in cui è stato trovato il corpo di Bolzoni e setacciano il territorio alla ricerca degli effetti personali della vittima. "È morto sicuramente in macchina, non è stato portato lì in seguito", ha dichiarato la procuratrice Laura Pedio. La salma, al momento, non è stata ancora restituita alla famiglia. Ci sarebbero infatti altri segni su Bolzoni, oltre a quelli delle coltellate, che potrebbero fornire elementi utili per incastrare il responsabile di un delitto ancora senza un perché.