Sequestrati 8 milioni di euro a una società concessionaria del marchio Despar: “Sfrutta i lavoratori”
Il nucleo di polizia Economico Finanziaria della guardia di finanza di Milano ha eseguito un decreto di sequestro preventivo d'urgenza per frode fiscale a carico di Aspiag service srl, società concessionaria del marchio dei supermercati Despar, per un valore di circa 8 milioni di euro. L'inchiesta, coordinata dal pm Paolo Storari con la collaborazione del Settore Contrasto Illeciti dell'Agenzia delle Entrate, avrebbe scoperto come i rapporti di lavoro "con la società committente" siano stati "schermati" da "società ‘filtro' che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative" le quali avrebbero "sistematicamente omesso il versamento dell'Iva" e gli "oneri di natura previdenziale e assistenziale". Risulta indagato l'ad di Aspiag, Christof Rissbacher in quanto "gestore di una serie di cooperative-serbatoi di manodopera, destinate al fallimento" dopo che Antonio Suma, anche lui indagato, "le aveva ampiamente spogliate di ogni risorsa trasferendo il denaro su conti svizzeri".
Le indagini della Procura di Milano
L'inchiesta della guardia di finanza milanese ipotizza il reato di frode fiscale che sarebbe stato commesso da Aspiag service srl, azienda con sede legale a Bolzano, tra il 2022 e il 2024. Si tratta di una società concessionaria dei supermercati Despar "per il Triveneto, la Lombardia e l'Emilia Romagna", dove conta "250 punti vendita" e "316 negozi affiliati". Come ha spiegato il procuratore generale Marcello Viola con una nota, Aspiag avrebbe messo in piedi una "complessa frode fiscale" che sarebbe stata commessa attraverso "l'utilizzo del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti d'appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all'emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti".
Si tratterebbe, dunque, di uno schema che come dice Storari "dura da numerosi anni" e che avrebbe comportato "non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori", dovuto al mancato versamento degli "oneri di natura previdenziale e assistenziale", ma anche di "ingentissimi danni all'erario", in quanto le "società cooperative" avrebbero "omesso il versamento dell'Iva".
Il "fenomeno della somministrazione illecita di manodopera"
Il caso di Aspiag sarebbe, dunque, riconducibile al più complesso "fenomeno della somministrazione illecita di manodopera" e i cosiddetti "serbatoi" di lavoratori, ovvero il presunto "sistema" attraverso il quale grandi aziende si garantiscono "tariffe altamente competitive" sul mercato "appaltando manodopera" in modo irregolare. In questo modo, dunque, la manodopera formalmente lavora per cooperative, ma in realtà è alle dipendenze delle grandi aziende senza, però, ricevere nemmeno i contributi previsti.
Per questa inchiesta, risultano indagati l'ad di Aspiag, Christof Rissbacher, e l'appaltatore e provider di servizi nella logistica Antonio Suma. Quest'ultimo era già apparso nei fascicoli d'indagine che riguardavano Brt e Geodis, mentre in quest'ultima compare con le sue società Mag servizi e Delivery che sarebbero coinvolte nella presunta "somministrazione illecita di manodopera". Interrogato dal pm Storari, Suma avrebbe dichiarato che la situazione degli appaltatori come lui sarebbe "molto drammatica, perché comunque i committenti non ci pagano assolutamente come ci devono pagare" aggiungendo che, secondo lui, le grandi aziende "non ci riconoscono mai il pagamento del personale".