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Omicidio di Roberto Guerrisi, il 58enne arrestato: “Ho sparato ma perché ho avuto paura”

Rocco Modaffari durante l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari avrebbe ammesso di aver sparato a Roberto Guerrisi: “L’ho fatto perché ho avuto paura”.
A cura di Giorgia Venturini
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Roberto Guerrisi (foto da Facebook)
Roberto Guerrisi (foto da Facebook)

Rocco Modaffari avrebbe ammesso di aver sparato a Roberto Guerrisi, ma per paura. É quanto emerso dall'interrogatorio di questa mattina all'uomo accusato di omicidio: ora il giudice per le indagini preliminari Stefano Storto si è riservato sulla decisione della convalida del fermo e la misura cautelare. L'avvocato dell'arrestato, il legale Emanuele Occhipinti, ha precisato che il suo assistito ha "chiarito tutto".

I fatti risalgono a sabato 28 dicembre a Pontirolo Nuovo (in provincia di Bergamo). Stando a una prima ricostruzione, ancora in fase di accertamento, la vittima 42enne si sarebbe presentato nell'azienda della famiglia del fidanzato di una delle sue due figlie per chiedere spiegazioni circa i maltrattamenti che la ragazza aveva denunciato di aver subito da lui.

La figlia e il suo fidanzato avevano trascorso il Natale a casa della famiglia Guerrisi, ma i due ragazzi avrebbero litigato tanto che i vicini di casa avevano chiamato i carabinieri. Arrivati sul posto, i militari hanno accompagnato la 19enne all'ospedale di Treviglio e la ragazza lo avrebbe denunciato per i maltrattamenti. Guerrisi si sarebbe accorto del volto tumefatto della figlia. Da qui la decisione di andare a parlare con la famiglia di lui il 28 dicembre.

Tra Guerrisi e i parenti del 22enne sarebbe scoppiata una violenta lite culminata con gli spari da parte del 58enne Rocco Modaffari contro Guerrisi. La vittima è riuscita a percorrere venti metri, fino alla pensilina del bus dove è caduto a terra per le ferite troppo gravi. Un suo parente avrebbe cercato di rianimarlo ma senza riuscirci. Neanche i medici arrivati in poco tempo sono riusciti a salvargli la vita.

I carabinieri hanno subito iniziato gli interrogatori a tutte le persone coinvolte nella lite: il giorno dopo è stato disposto il fermo di Rocco Modafferi, zio del fidanzato della figlia di Guerrisi, per omicidio volontario. Mentre altri suoi due parenti sono stati denunciati per favoreggiamento.

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