Inchiesta ‘Ndrangheta a Brescia, suor Anna Donelli rimane agli arresti domiciliari
Deve restare agli arresti domiciliari suor Anna Donelli. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Brescia che ha rigettato la richiesta di annullamento dell'ordinanza cautelare avanzata dal legale della 57enne, Robert Ranieli. La religiosa era stata arrestata lo scorso 5 dicembre insieme ad altre 24 persone in seguito a un'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Brescia. L'accusa nei confronti di Donelli è di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso.
Le accuse nei confronti di suor Donelli
Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, Donelli si sarebbe "messa a disposizione del sodalizio criminale per garantire il collegamento con i sodali detenuti in carcere". Da diversi anni la suora cremonese presta servizio come volontaria nelle carceri di Brescia e a San Vittore a Milano.
Per gli inquirenti, durante i vari colloqui che la religiosa intratteneva con i detenuti avrebbe ricevuto da loro "informazioni utili per meglio pianificare strategie criminali di reazione alle attività investigative" con l'obiettivo di "favorire lo scambio informativo tra i detenuti e i loro prossimi congiunti nel caso di divieti di colloqui".
Suor Donelli ha "negato tutto"
In particolare, sempre secondo la Dda bresciana, Donelli aveva rapporti con la famiglia Tripodi di Flero, considerata al vertice di un gruppo di stampo ‘ndranghetista. La 57enne avrebbe incontrato in particolare Stefano Terzo, il quale si riferiva a lei come una "dei nostri".
Durante l'interrogatorio di garanzia dello scorso 13 dicembre, Donelli aveva dichiarato la sua totale estraneità ai fatti: "Ha radicalmente negato tutto, sia per il suo ruolo, quello di suora, che per quello che lei rappresenta e ha dato una spiegazione", aveva affermato il suo legale Ranieli: "Quelle intercettazioni sono state dette da altri, ma lei non c’è. Sono millanterie. Gli unici messaggi che lei veicolava erano esclusivamente di natura umanitaria".