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Ramy Elgaml morto a 19 anni, la ricostruzione minuto per minuto dell’inseguimento con i carabinieri a Milano

L’ultima perizia della polizia locale esclude che all’origine dell’incidente in cui ha perso la vita Ramy Elgaml, lo scorso 24 novembre a Milano, vi sia un contatto tra la gazzella dei carabinieri e lo scooter su cui viaggiavano i due giovani in fuga. Ecco la ricostruzione di quella notte.
A cura di Francesca Del Boca
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Prima il posto di blocco in zona corso Como. Poi l'inseguimento con la gazzella dei carabinieri per tutta Milano dopo che lo scooter con a bordo Fares Bouzidi, 22 anni, e il passeggero Ramy Elgaml, 19 anni, salta l'alt imposto dai militari. La folle corsa termina all'alba del 24 novembre nei pressi del quartiere Corvetto, tra via Ripamonti e via Quaranta, dopo 25 minuti e 8 chilometri: qui il 19enne, dopo la caduta dalla moto, si schianta contro un palo della segnaletica e muore sul colpo.

La relazione definitiva della polizia locale, disposta nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano che indaga per omicidio stradale in concorso, ad oggi esclude che all'origine dell'incidente mortale vi sia un eventuale contatto con la Giulietta del Radiomobile e il TMax guidato da Fares Bouzidi: un unico scontro, anzi, sarebbe avvenuto qualche metro prima dell'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta, quindi a distanza dal punto in cui lo scooter è poi uscito di strada sbalzando il 19enne sull'asfalto.

Ma cosa è accaduto davvero quella notte di un mese fa? Cosa si è potuto ricostruire in quattro settimane del drammatico schianto che per giorni ha provocato disordini e proteste da parte dei giovani abitanti del quartiere Corvetto?

Il posto di blocco in corso Como

Tutto inizia da un posto di blocco. Sono le 3.40, all’incrocio tra viale Monte Grappa e via Rosales, nei pressi dei grattacieli Porta Nuova e vicino alle discoteche di corso Como. Alla vista della gazzella i due giovani in motorino sembrano volersi nascondere dietro a una macchina in sosta, e vengono così notati dai militari che intimano subito lo stop. "Scappavo perché non avevo la patente", dirà Bouzidi. "Era una serata normalissima. Con Ramy eravamo andati all'Hollywood per cercare di incontrare qualche ragazza.

La folle corsa dello scooter verso il Corvetto

È qui che i due iniziano a fuggire, inseguiti da tre pattuglie dei carabinieri per ben 8 chilometri. Il percorso dello scooter, con semafori rossi e strade contromano, attraversa via Solferino e via della Moscova, i Bastioni di porta Venezia, viale Bianca Maria e via Sforza, fino ad arrivare alla zona dello Scalo Romana e quindi via Ripamonti, dove all'incrocio con via Quaranta Ramy Elgaml, che nel tragitto a folle velocità con i militari alle calcagna ha perso il casco, perderà la vita. Erano diretti verso casa, verso il quartiere Corvetto che dopo la morte del ragazzo si infiammerà con auto date alle fiamme, vetrine sfasciate e atti di vandalismo. Ma non ci arriveranno mai. Sono le 4.03 di notte. 

Lo scontro con la gazzella dei carabinieri

"Speravo di poter rallentare per permettere a Ramy di scendere, ma non ce l’ho fatta," sempre Bouzidi. Il giovane racconta anche di aver ricevuto delle "spinte da dietro", urti che gli avrebbero fatto perdere il controllo del mezzo a due ruote. Quando sono avvenuti? Uno, documentato dalle telecamere, tra via della Moscova e via Lovanio. Un altro, secondo la perizia della polizia locale, all'altezza di via Ripamonti, pochi metri prima dell'incidente. Attimi in cui i due mezzi sono vicini, ma non troppo: il fermo immagine dell'occhio elettronico mostrano uno spazio tra lo scooter, in scivolata dopo la svolta in via Quaranta, e la Giulietta nera. Se questa dinamica fosse confermata anche dagli esperti della Procura, l'ipotesi sarebbe solo una: l'impatto fatale sarebbe avvenuto a causa dell‘elevatissima velocità del Tmax, in svolta dentro un angolo stretto, combinata con la perdita di aderenza delle ruote in piega sulle strisce pedonali, rese scivolose dall'umidità.

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