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Ottavia Piana bloccata per la seconda volta nella grotta: perché il salvataggio è più complicato rispetto al 2023

Le operazioni di soccorso per portare in salvo Ottavia Piana, la speleologa di 32 anni bloccata nella grotta Bueno Fonteno, nella Bergamasca, termineranno non prima di mercoledì pomeriggio.
Intervista a Corrado Camerini
Responsabile del Soccorso Speleologico Lombardo
A cura di Giorgia Venturini
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Ottavia Piana, la speleologa di 32 anni che è rimasta intrappolata da sabato sera nella grotta Bueno Fonteno, sulla costa bergamasca del lago d'Iseo, sarà in salvo non prima di mercoledì pomeriggio. Le operazioni di soccorso infatti richiedono altro tempo.

La stessa speleologa era stata già soccorsa nelle stessa grotta nel luglio del 2023. Allora i soccorritori ci impiegarono due giorni, ora invece è necessario più tempo perché l'incidente è avvenuto in una parte inesplorata per i soccorritori. Ottavia Piana infatti è caduta mentre insieme ad altri sette colleghi era in spedizione: erano riusciti a trovare due chilometri nuovi e inesplorati di grotta. Una grande scoperta, che però non era mai stata ancora mappata e quindi è stato difficile per i soccorritori. A Fanpage.it ha spiegato cosa sta succedendo Corrado Camerini, responsabile del Soccorso Speleologico Lombardo.

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Come sta Ottavia Piana?

Sta bene, anche dal punto di vista del suo umore. Ha sopportato bene il trasporto nella zona più impegnativa e complicata. Adesso sia lei che ai soccorritori dovranno fare i conti con una zona molto più lunga ma che non presenta particolari difficoltà. Al momento abbiamo fatto un chilometro di grotta, ce ne aspettano ancora due e mezzo/tre.

Quando Ottavia Piana riuscirà a uscire dalla grotta?

Noi ci stiamo organizzando per mercoledì verso sera se non ci sono imprevisti. Dobbiamo tenere conto che dobbiamo fermarla a un certo punto per farla recuperare perché dobbiamo tener presente che lei si sta spostando su una barella, quindi su un asse rigido. Non può passare tutte quelle ore così.

I soccorritori si stanno dando il cambio?

Sì, vista la lunghezza e la complessità dell'intervento stanno arrivando da più parti d'Italia. Abbiamo già organizzato le turnazioni fino a mercoledì. Stiamo poi valutando inoltre se impiegare altro personale.

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Perché è così complicata questa grotta e il soccorso?

Il problema è che stiamo lavorando in una struttura a tre dimensioni come è la grotta. La progressione spesso avviene mettendo piedi e mani sulle due pareti laterali: il fondo è a qualche metro più sotto, mentre il soffitto è a qualche metro più sopra. Quindi organizzare il soccorso in barella non è facile: devo fare in modo che i soccorritori siano in sicurezza e la barella sia collegata a una via di corda su cui scorre. Tutto questo porta via del tempo: è un soccorso lento e impegnativo. Per questo si sta impiegando così tanto tempo.

Quanto era alto il rischio di un incidente per questa spedizione di otto speleologi nella grotta? 

Era una squadra che stavano facendo una spedizione e hanno avuto un grande successo. Hanno trovato due chilometri di grotta nuova: ottimo risultato dal punto di vista speleologico, ma purtroppo c'è stato l'incidente proprio alla fine di questi chilometri inesplorati.

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Questa nuova scoperta ha reso i soccorsi più complicati però? 

Sì, noi soccorritori ci siamo trovati due chilometri di ignoto. Non sapevamo cosa ci saremmo trovati di fronte. Ma soprattutto, dal momento che quella parte di grotta era stata appena scoperta, non c'erano tutte le modifiche che in teoria avremmo fatto successivamente per agevolare il percorso.

Questa volta quindi l'operazione di soccorso è più complicata rispetto a quella del luglio del 2023? 

Decisamente. Per questo i tempi dei soccorsi sono più lunghi.

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