Chi è Giovanni Acri, il medico e politico di FdI arrestato nell’inchiesta a Brescia contro la ‘ndrangheta
Nella rete dei contatti del boss di ‘ndrangheta Stefano Tripodi ci sarebbero anche politici e professionisti, esattamente come da "tradizione" mafiosa. Tra questi, oltre la religiosa suora Anna Donzelli, ci sarebbero politici e amministratori locali: ovvero Giovanni Francesco Acri, medico con un passato da consigliere nel Comune di Brescia e vicino a Fratelli d'Italia, e Mauro Galeazzi, ex assessore comunale in quota Lega di Castel Mella (Brescia).
Lo spiegano le indagini della Procura di Milano che nella giornata di ieri giovedì 5 dicembre ha portato all'arresto di 25 persone con l'accusa anche per 416bis, riconoscendo così l'associazione mafiosa.
La professione di Acri a disposizione dei feriti di ‘ndrangheta
Secondo l'accusa, Acri avrebbe concorso nell'attività dell'organizzazione criminale mettendosi a disposizione dei suoi esponenti, soprattutto di Stefano e Francesco Tripodi. E non solo per il suo ruolo politico ma anche per la sua professione: in quanto medico – secondo quanto scrivono gli inquirenti – avrebbe provveduto ad assistere gli uomini del sodalizio e i loro complici rimasti feriti mentre commettevano un reato.
Nel dettaglio, in una occasione avrebbe prestato soccorso a una persona che aveva subito lesioni personali durante una rapina ai danni di un furgone portavalore. Il reato era stato commesso in concorso con Francesco Tripodi (figlio di Stefano Tripodi), allora latitante. Acri avrebbe consentito in questo modo agli appartenenti dell'organizzazione di "ricevere cure sanitarie dopo l'esecuzione dei reati" e di "ostacolare e rendere più difficoltose le attività delle forze dell'ordine" sulla ricerca dei responsabili della rapina.
Il politico Acri e i rapporti con Tripodi
Non solo le sue capacità mediche sarebbero state al sevizio della cosca. Giovanni Francesco Acri aveva dei trascorsi nella politica del Comune di Brescia, dove per qualche anno è stato consigliere. Gli investigatori avrebbero documentato incontri tra questo e Tripodi nella sede della sua azienda di Flero: durante uno di questi appuntamenti avrebbero parlato di una persona a cui avrebbero ucciso il padre in Calabria. Acri si sarebbero reso disponibile nei confronti di Tripodi per dare una mano, "lasciandosi poi andare a insulti al Procuratore della Repubblica di Catanzaro (che allora era Nicola Gratteri), così esprimendo una sintonia con il proprio interlocutore". Ma Tripodi che pensiero aveva Acri?
"Lui è Calabrese, è dei nostri..". Così Tripodi avrebbe presentato Acri a un altro politico a lui vicino: ovvero Mauro Galeazzi, candidato sindaco alle amministrazioni del Comune di Castel Mella, in provincia di Brescia, e appoggiato alla cosca di ‘ndrangheta. Non riuscì mai a conquistare il municipio. Sarebbe stato Tripodi, secondo gli inquirenti, a invitare Galeazzi (anche lui finito tra gli indagati) ad avvicinarsi ad Acri perché "mangiate la stessa politica" e quindi "puoi fare bella politica". Sarebbe stato inoltre Tripodi – durante una chiamata intercettazione con un'altra persona – ad affermare di essere socio della clinica di Palazzolo dove lavora Giovanni Acri.
Ma non solo medicina e non solo politica. Sempre secondo gli atti del Tribunale, Acri avrebbe chiesto e ottenuto l'intervento della famiglia Tripodi per "problematiche insorte riguardo all'apertura di un centro di migranti che Acri, insieme ad altri, intendeva aprire nel reggino".
In conclusione, il giudice per le indagini preliminari ha riconosciuto l'arresto anche per Acri perché "il suo contributo offerto" era ritenuto "qualificabile nei termini di concorso esterno nel delitto associativo dei Tripodi". Tutto dovrà essere ora accertato in un'eventuale sede processuale.