Il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa si difende: “Non c’era nessuna esigenza di corrompere un consigliere”
Si è tenuto ieri mattina, mercoledì 4 dicembre, il primo interrogatorio di Andrea Ceffa. Il sindaco leghista di Vigevano (in provincia di Pavia) si trova agli arresti domiciliari ormai da una settimana con l'accusa di corruzione. Davanti al gip del Tribunale pavese, Luigi Riganti, Ceffa ha parlato per un'ora e mezza fornendo la sua versione dei fatti. Al termine del colloquio, l'avvocato del primo cittadino, Luca Angeleri, ha riferito ai cronisti: "Non c'era alcuna esigenza di corrompere un consigliere comunale, perché nel caso sarebbe stato necessario corromperli tutti".
Le accuse nei confronti di Ceffa
Secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla pm Chiara Giuiusa, Ceffa avrebbe fatto avere alla consigliera di maggioranza Roberta Giacometti una consulenza in tema di privacy aziendale dell'importo di 6mila euro. Per gli investigatori, il primo cittadino si sarebbe servito di figure di spicco di Asm Vigevano Distribuzione Gas e di un prestanome, in modo da commissionare un lavoro che in realtà non era necessario.
In questo modo, sostiene la Procura, Ceffa si sarebbe garantito il voto di Giacometti per mantenere in piedi la propria giunta, minata dagli eventi del 30 novembre 2022. Quel giorno, infatti, i consiglieri di opposizione e alcuni della maggioranza avevano provato a far cadere l'amministrazione, senza riuscirci ma mettendo sempre più in bilico la posizione del sindaco.
L'avvocato del sindaco di Vigevano: "Non c'era esigenza di corrompere un consigliere"
Ceffa è stato arrestato lo scorso 28 novembre con l'accusa di corruzione e nei suoi confronti è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari. Inoltre, la prefetta di Pavia, Francesca De Carlini, lo ha sospeso temporaneamente dal suo incarico di primo cittadino. Durante l'interrogatorio davanti al gip del 4 dicembre, Ceffa avrebbe negato ogni accusa affermando di non aver mai esercitato alcun tipo di pressione.
Il suo avvocato, Angeleri, ha dichiarato come l'accusa di corruzione non sussisterebbe in quanto "non c'era alcuna esigenza di corrompere un consigliere comunale, perché nel caso sarebbe stato necessario corromperli tutti". Tantomeno, ha continuato il legale, "non c'era logica nel tentativo di corruzione di Giacometti", poiché "chi faceva più pressioni non era nemmeno lei, ma altri".
Anche Matteo Ciceri, presidente di Asm Vigevano Distribuzione Gas e anche lui arrestato il 28 novembre, ha parlato con il giudice. Si sono, invece, avvalsi della facoltà di non rispondere la consigliera Giacometti, l'amministratrice unica di Asm Vigevano, Veronica Passarella e il direttore amministrativo di Asm Vigevano, Alessandro Gabbi.