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Arresti tra ultras di Milan e Inter

Arrestato Luca Lucci per il tentato omicidio di Anghinelli, la vittima a Fanpage.it: “Finalmente ho avuto giustizia”

“Finalmente ho giustizia dopo cinque anni”. A Fanpage.it parla Enzo Anghinelli, vittima del tentato omicidio del 2019 e per il quale ora è stato arrestato il capo ultras del Milan Luca Lucci con l’accusa di esserne stato il mandante.
A cura di Giorgia Venturini
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"Finalmente ho giustizia dopo cinque anni". A dirlo a Fanpage.it è Enzo Anghinelli, vittima di un tentato omicidio avvenuto nel 2019 a Milano. A distanza di cinque anni il Tribunale di Milano ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il capo ultrà della curva Sud rossonera, Luca Lucci, già arrestato il 30 settembre scorso nell'inchiesta della Dda di Milano sulle curve di San Siro, perché secondo l'accusa sarebbe stato lui il mandante.

I fatti risalgono al 12 aprile di cinque anni fa quando Anghinelli è stato ferito gravemente a colpi di pistola alla testa in via Cadore, in zona Porta Romana. Allora si salvò per miracolo. Il 17 ottobre di quello stesso anno la Squadra Mobile riuscì ad arrestare il 52enne Daniele Cataldo, nonché considerato il "vice" di Lucci. Una volta davanti ai magistrati Paolo Storari e Leonardo Lesti, Cataldo però negò di essere stato in sella allo scooter da cui partirono colpi di pistola che ferirono Anghinelli. Ora arriva l'arresto di Lucci, riconosciuto dalla Procura come il mandante di quell'agguato. Ma perché era avvenuto quel tentativo di omicidio?

Sempre secondo le indagini il movente sarebbe da ricercare in uno scontro per il controllo della Curva Sud. L'obiettivo era sempre quello: ovvero quello di certificare la volontà di "supremazia" conquistata dal 2016 da Lucci. La faida sarebbe stata tra Lucci e i suoi fedelissimi e un altro gruppo di ultrà milanisti, i Black Devil. Di questo ultimo gruppo faceva parte Anghinelli.

"Nella mia vita ho sbagliato e ho pagato – continua Anghinelli a Fanpage.itHo fatto le mie scelte, prendendomi le mie responsabilità, senza mai puntare il dito contro qualcuno. Ho pagato tutto quello che dovevo pagare. Nella mia vita non ho mai fatto male a nessuno, non ho mai rubato un euro a nessuno. Ho avuto un'aggressione allo stadio per difendere una persona che conoscevo". Il mondo degli ultras Anghinelli lo conosce bene: prima di essere vittima del tentato omicidio, ne aveva prese di botte. Come quando nel dicembre del 2018 era intervenuto in difesa dell'amico Alessandro Verga Ruffoni, aggredito durante una partita di Bologna-Milan. Alla base dell'aggressione ci sarebbero stati anche in quel caso gli affari di potere della Curva. A marzo del 2019 durante il derby Milan-Inter Anghinelli si è trovato ancora faccia a faccia con i suoi rivali: anche in quel caso era stato preso a botte.

Anghinelli, infine, a Fanpage.it tiene a precisare: "Io non c'entro nulla con la ‘ndrangheta", riferendosi ai legami che avrebbero altri ultras arrestati nella precedenti inchieste. E poi si chiede: "Ma andiamo allo stadio o andiamo a fare la guerra?".

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