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Caso Chiara Ferragni

Cosa rischia Chiara Ferragni, indagata per truffa aggravata per il caso pandoro e uova di Pasqua

Arriverà nei prossimi giorni la decisione dell’eventuale rinvio a giudizio di Chiara Ferragni, indagata per truffa aggravata dalla Procura di Milano con l’ex manager Fabio Damato e i patron di Dolci Preziosi e Balocco. Ma cosa potrebbe rischiare l’influencer in un’aula di tribunale?
A cura di Francesca Del Boca
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Consumatori "danneggiati con informazioni fuorvianti" dalla "pubblicità ingannevole" legata alla vendita benefica del pandoro Balocco e delle uova di Pasqua Dolci Preziosi. Con la chiusura delle indagini per truffa aggravata, la Procura di Milano cala le prime carte nei confronti di Chiara Ferragni, del suo ex general manager Fabio Damato, Alessandra Balocco, amministratore delegato dell'azienda piemontese e di Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID s.p.a. Per i magistrati milanesi, l'influencer da 28 milioni di follower e gli altri indagati avrebbero infatti tratto dalle iniziative commerciali un "ingiusto profitto" di oltre 2 milioni e 200 mila euro, a cui si aggiunge il beneficio di un "ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica".

L'inchiesta, ora, corre così veloce verso il processo. La difesa ha ancora venti giorni di tempo per presentare i suoi documenti e memoriali alla Procura: solo allora gli inquirenti, l'aggiunto Eugenio Fusco e il sostituto Cristian Barilli, decideranno se chiedere al giudice l'archiviazione o il rinvio a giudizio.

"Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di AGCM", affermano intanto i legali di Ferragni, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana. "Confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima". Cosa potrebbe succedere, quindi, se l'influencer dovesse presentarsi davanti a un giudice in tribunale? Che pena può rischiare, e potrà eventualmente anche doverla scontare in carcere?

Cos'è il reato di truffa aggravata

La truffa, intanto, è un reato contro il patrimonio che sussiste quando qualcuno, mediante artifici e raggiri, induca un altro a compiere un atto di disposizione patrimoniale danneggiandolo e procurando a sé stesso un profitto illecito. In altre parole, il truffatore induce in errore la persona offesa che, ingannata, agisce contro il proprio interesse patrimoniale favorendo il colpevole.

Nel caso della truffa aggravata dal mezzo informatico, come in questo caso, il venditore sfrutta a suo vantaggio la distanza con l’acquirente, che non può fare un controllo preventivo sul prodotto ed è, in un certo senso, costretto a subire le conseguenze della condotta del truffatore. Senza contare il peso della potenza di fuoco dei canali social di Ferragni, capaci di influenzare decine di milioni di consumatori.

Cosa rischia Chiara Ferragni, indagata dalla Procura di Milano

È molto difficile, al momento, stabilire cosa potrebbe rischiare l'influencer di Cremona al termine di un processo. Resta certo però che nel nostro sistema penale il reato di truffa, almeno nella sua configurazione basilare, viene punito con la reclusione da tre mesi a tre anni e una multa da euro 51 a 1032 euro; se dovesse essere riconosciuta la truffa aggravata e il "sistema truffaldino" contestato ai quattro indagati, è prevista invece la pena della reclusione da uno e a cinque anni e della multa da euro 309 a euro 1.549. "Al momento è difficile ipotizzare quale potrà essere l’esito delle indagini e, nel caso, di un eventuale processo", il commento dell'avvocato penalista Paolo Di Fresco. "Certo è che, se dovesse emergere l’esistenza di un collaudato sistema truffaldino, il rischio di un processo penale sarebbe comunque alto".

Le uova di Pasqua con Dolci Preziosi e il pandoro Balocco

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La Procura, all'interno del fascicolo che vede sotto indagine Chiara Ferragni, il suo manager Damato e i patron delle aziende dolciarie, ha ricostruito i passaggi delle vendite legati al pandoro realizzato in collaborazione con Balocco e le uova di Pasqua per Dolci Preziosi. Per gli inquirenti, "con artifizi e raggiri", avrebbero "indotto in errore un numero imprecisato di consumatori" convinti che con l'acquisto dei prodotti avrebbero "contributo a sostenere le imprese sociali coinvolte".

Nel caso delle uova di Pasqua Dolci Preziosi, immesse sul mercato nella primavera del 2021, l'imprenditrice digitale affermava di "sostenere" il progetto dell'associazione I Bambini delle Fate "senza che nessun legame sussistesse in realtà tra il pagamento e i profitti derivanti dalla vendita del prodotto": la beneficenza nei confronti dell'impresa sociale, insomma, era stata decisa dalla sola Dolci Preziosi quattro mesi prima del lancio delle uova di cioccolato, e nonostante le "informazioni fuorvianti" veicolate sui seguitissimi canali social dell'influencer era completamente slegata dalle vendite (a prezzo notevolmente maggiorato) dei dolci griffati con il logo di Chiara Ferragni.

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Lo stesso schema, per la Procura, che l'indagata avrebbe applicato anche in occasione del nuovo progetto con l'azienda piemontese Balocco, realizzato in vista della campagna natalizia del 2022. La pubblicità del pandoro con lo zucchero a velo rosa Pink Christmas, che si trovava sugli scaffali a 9,37 euro a fronte dei 3,68 euro del prodotto tradizionale, avrebbe così ancora una volta fatto intendere ai compratori che la tanto proclamata beneficenza, stavolta nei confronti dell'ospedale Regina Margherita di Torino, sarebbe stata la naturale conseguenza dell'acquisto del dolce. Mentre "contrariamente al messaggio promozionale, Balocco S.p.a Industria Dolciaria aveva effettuato in data 2 maggio 2022 un versamento di 50mila euro a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, e che nessuna correlazione sussisteva tra tale pagamento e i profitti derivanti dalla vendita del prodotto pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni".

Ciò significa che il bonifico all'ospedale era già stato fatto addirittura sei mesi prima della commercializzazione del prodotto, a fronte di oltre un milione di ricavi: da questo progetto le due società di Chiara Ferragni, TBS Crew s.r.l. e Fenice s.r.l., hanno infatti guadagnato in tutto 1.075.000 euro.

Le storie ingannevoli su Instagram

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Chiara Ferragni, dopo la maxi multa di un milione di euro dell'Antitrust (ACGM) e centinaia di segnalazioni del Codacons nelle procure di tutta Italia, si trova ora sotto indagine con l'accusa di truffa aggravata dalla minorata difesa dei consumatori in quanto realizzata principalmente con il mezzo telematico: la "pubblicità ingannevole", si legge nelle carte, sarebbe stata "condivisa via social media e web" mediante messaggi "fuorvianti" e "omissioni", soprattutto su Instagram ("Ciao guys, sono molto contenta perché anche quest'anno sosterrò il progetto I Bambini delle Fate", "Ragazzi grazie mille perché sto guardando le vostre stories e tantissimi di voi hanno preso l'uovo Chiara Ferragni, sono felicissima perché stiamo aiutando un'associazione veramente importante").

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