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Scomparsa di Greta Spreafico

Andrea Tosi indagato per l’omicidio di Greta Spreafico, il fratello: “Vogliamo che si scopra la verità”

Andrea Tosi è indagato dalla Procura di Rovigo per omicidio nel caso di Greta Spreafico, la donna scomparsa nel 2022 da Erba (Como): “L’importante per noi è che non sia stata fatta cadere la cosa e che si continui a lavorare per scoprire qual è la verità”, ha detto Simone Spreafico, fratello di Greta.
A cura di Ilaria Quattrone
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Come emerso nei mesi precedenti Andrea Tosi è indagato dalla Procura di Rovigo per omicidio nel caso di Greta Spreafico, la donna scomparsa nel 2022 da Erba (Como). L'uomo era già stato indagato per sequestro di persona, ma la sua posizione era stata poi archiviata. Adesso gli inquirenti hanno deciso di concentrarsi nuovamente sulla sua figura.

Il motivo è dato non solo dalla rilettura di alcuni atti, in particolare un messaggio che l'uomo avrebbe inviato a Spreafico in cui le diceva di essere innamorato di lei, ma anche per un'intercettazione di una conversazione tra Tosi e una donna. In un messaggio vocale, l'uomo avrebbe detto. "Sono stato io. L'ho uccisa io". L'amico di Spreafico è stato quindi iscritto nel registro degli indagati per omicidio preterintenzionale e occultamento di cadavere.

"Per noi la cosa importante è che siano state riaperte le indagini. Non sappiamo quale sia stato il tenore della frase che lui ha pronunciato: se si tratti di una vera confessione o meno. L'importante per noi è che non sia stata fatta cadere la cosa e che si continui a lavorare per scoprire qual è la verità", ha detto Simone Spreafico, fratello di Greta, alla trasmissione Storie Italiane in onda su Rai Uno.

I dubbi sul caso di Greta Spreafico

Nel frattempo la Procura di Como continua a indagare per circonvenzione di incapace e anche qui c'è un indagato. Nonostante la decisione della Procura di Rovigo, vi sono ancora alcuni dubbi che aleggiano attorno a questo caso.

In particolare modo, questi arrivano da alcune dichiarazioni dei vicini di casa di Spreafico. L'ultimo incontro tra Tosi e Spreafico sarebbe avvenuto venerdì sera. Tosi ha sempre raccontato che Greta sarebbe andata via attorno alle 2 di notte. Da quel momento non avrebbe più avuto sue notizie. Un vicino ha poi affermato e raccontato agli investigatori di aver visto Greta sabato mattina e quindi dopo l'incontro tra la donna e Tosi avvenuto, come detto precedentemente, venerdì sera.

A presentare denuncia di scomparsa ai carabinieri è stato poi il fidanzato di Spreafico, che non è mai stato indagato. L'uomo ha detto che, non sentendo più la compagna ed essendo per questo preoccupato, si sarebbe presentato a casa della donna domenica sera attorno alle 22. Una vicina però lo colloca lì domenica mattina.

La Procura ha sempre sostenuto che i due vicini si siano sbagliati. In particolare modo nel caso del fidanzato della donna: gli spostamenti delle automobili e le celle telefoniche confermerebbero infatti la sua versione.

"Abbiamo qualche dubbio", ha affermato Simone Spreafico. "Il vicino, che dice di aver visto Greta sabato mattina, quel giorno era in compagnia di un'altra persona. Questa sostiene che non poteva trattarsi di venerdì perché quel giorno lavorava e che quindi era per forza sabato. Questo fa credere che sabato Greta fosse ancora viva, da sola, che abbia preso la sua auto e se ne sia andata. Queste parole scagionerebbero Tosi che ha passato con lei la notte del venerdì fino alle 2 di notte del sabato", ha ancora aggiunto Simone.

E anche sul fidanzato ha spiegato: "La vicina ha detto di averlo visto alle 10 del mattino perché c'era gente che usciva da messa. Qui fanno messa solo la domenica. L'unica che c'è stata lunedì, è stato alle 15 ed era un funerale. La vicina ha detto che è impossibile che fosse lì alle 15 perché era a lavoro".

Il possibile movente

Per il consulente Davide Barzan e la famiglia, qualcuno potrebbe aver fatto male alla donna per motivi economici. Greta, infatti, aveva ereditato diversi beni di famiglia e contava un patrimonio per un milione di euro: "Greta aveva avuto problemi psichici, le era stato fatto un Tso all'ospedale di Cantù e seguiva una terapia psichiatrica. Quando ha iniziato a frequentare il fidanzato, ha smesso con le cure. Soffriva di manie di persecuzioni e possono confermarlo anche i carabinieri dove lei si è presentata spesso. È possibile che qualcuno possa aver approfittato di queste paure per indurla a fare cose", ha detto ancora il fratello della donna.

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