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Caso Chiara Ferragni

Quanto ha guadagnato e quanto ha perso Chiara Ferragni dal caso pandoro e dalle uova di Pasqua

Nell’avviso di conclusione indagini la Procura ha precisato quanto le società di Chiara Ferragni hanno guadagnato dalla vendita del pandoro e della uova di Pasqua finite al centro delle indagini della Guardia di Finanza con l’accusa di truffa aggravata. Ma quanto invece l’influencer ha pagato dopo l’inchiesta del pandoro-gate?
A cura di Giorgia Venturini
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Tocca alla difesa di Chiara Ferragni presentare nei prossimi venti giorni tutti i documenti necessari per convincere la Procura a chiedere al giudice per le indagini preliminari di fare richiesta di archiviazione per l'accusa di truffa aggravata. Al centro delle indagini della Guardia di Finanza c'è il caso del "Pandoro Pink Christmas" firmato Ferragni-Balocco e messo in vendita in occasione di Natale del 2022. La Procura parla di "ingiusto profitto" perché – secondo l'accusa – avrebbero pubblicizzato il dolce (al costo di due volte e mezzo il prezzo del pandoro normale) facendo pensare alle persone che una parte dei soldi andasse all'ospedale di Torino per sostenere la ricerca su due tipi di cancro e per comprare una nuova macchina.

Lo stesso sarebbe accaduto anche per il caso delle uova di Pasqua per l'anno 2021 e 2022. In questo caso la solidarietà era stata fatta per sostenere "i Bambini delle Fate". Ma quando ha guadagnato Chiara Ferragni da questi due progetti e quando ha perso dopo che è uscita la prima inchiesta dell'Antitrust?

Quanto ha guadagnato e perso Chiara Ferragni dal caso pandoro

Stando all'avviso di conclusione delle indagini, Chiara Ferragni nel novembre del 2021, tramite le sue società, ha firmato due contratti con la Balocco: Fenice srl dall'accordo con la società dolciaria ha avuto un corrispettivo di 400mila euro, mentre la TBS Crew ha ottenuto un corrispettivo di 675mila euro. Per un totale di 1.075.00 euro. La solidarietà nei confronti dell'ospedale Regina Margherita di Torino ammontava a 50mila euro: il versamento sarebbe stato fatto dalla Balocco spa su accordo con Ferragni.

A indagare per prima sul progetto commerciale è stato l'Antitrust che ha riconosciuto nei confronti di Chiara Ferragni l'accusa di pubblicità ingannevole costringendola a pagare un milione di euro di sanzione. L'influencer aveva poi deciso di rinunciare al ricorso contro l'Antitrust e di pagare la multa. Dopo l'uscita del caso del pandoro l'imprenditrice digitale ha fatto sapere che ha versato un milione di euro come donazione all'ospedale di Torino che ha confermato dopo poco di aver ricevuto la donazione.

La Procura ha indagato per truffa aggravata perché il bonifico di 50mila euro è stato fatto sei mesi prima il lancio e la commercializzazione del pandoro in vista del Natale 2022. Il pandoro era stato così venduto a 9,37 centesimi a fronte di circa 3,68 del pandoro Balocco tradizionale: in questo modo secondo la Procura "si rafforzava nel pubblico la convinzione che la differenza di prezzo andasse a beneficio dell'ospedale", spiega la Procura. Sono indagati l'influencer Chiara Ferragni, il suo ex manager nonché all'epoca dei fatti consigliere di TBS Crew srl e di Fenice Srl Fabio Maria Damato e la rappresentante legale di Balocco spa Alessandra Balocco.

Quanto ha guadagnato e perso Chiara Ferragni dal caso delle uova di Pasqua

Per quanto riguarda invece il caso delle uova di Pasqua, l'accordo era stato firmato tra la Cerealitalia-ID spa (ovvero la società che ha comprato in passato al Dolci preziosi) e la Fenice srl: la società di Chiara Ferragni aveva incassato 150mila euro. Un secondo contratto è stato fatto tra la Cerealitalia-ID spa e la Sisterhood srl (anche questa società è riconducibile a Chiara Ferragni) per una cifra a favore della seconda di 250mila euro. Per questo caso la "Cerealitalia-ID s.p.a. aveva sottoscritto in data 6 novembre 2020 un modulo di adesione con il quale si impegnava a corrispondere l’importo di € 1.000 + iva mensili a favore dell’impresa sociale ‘i Bambini delle Fate'", spiega al Procura.

Su questo caso Chiara Ferragni ha trovato un accordo con l'Antitrust e ha pagato 1,2 milioni destinata all'impresa sociale "I Bambini delle Fate".

Come si difendono Chiara Ferragni e la Balocco

I difensori di Chiara Ferragni, gli avvocati Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, esaminato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato hanno tenuto a dichiarare: "Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di AGCM. Avvieremo al più presto un confronto con i Pubblici Ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima".

Dalla Balocco invece la nota stampa prevede: "Il collegio di difesa di Alessandra Balocco, legale rappresentante dell’omonima società, composto dagli avvocati Alessandro Pistochini e Alessandra Bono, prende atto della conclusione delle indagini che darà la possibilità di accedere a tutti gli atti e di esercitare a pieno le proprie prerogative difensive. In quasi cento anni di storia, Balocco S.p.A. ha sempre rispettato i suoi consumatori che sono la forza dell’azienda. Il collegio di difesa ha piena fiducia nel lavoro della magistratura ed è convinto di dimostrare la correttezza dell’operato della propria assistita e di convincere il Pubblico Ministero a formulare una richiesta di archiviazione".

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