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Verso l’archiviazione per la morte della 25enne Arianna Zardi, la sorella: “Ennesima porta chiusa”

“Per l’ennesima volta mi trovo davanti a una porta chiusa”: a dirlo è Sara, la sorella di Arianna Zardi che è morta nel 2001 in provincia di Cremona. La Procura nei giorni scorsi ha richiesto per la terza volta l’archiviazione.
A cura di Ilaria Quattrone
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La Procura di Cremona ha chiesto l'archiviazione per il caso di Arianna Zardi, la 25enne di Casalbellotto morta il 30 settembre 2001. Dopo 23 anni, infatti, era stato aperto un fascicolo a carico di ignoti con l'ipotesi di reato di omicidio. Dopo sei mesi di indagini, il pubblico ministero ha deciso di chiedere l'archiviazione: "Me lo aspettavo", ha commentato la sorella Sara a Fanpage.it.

"Il magistrato ha ascoltato solo le persone informate sui fatti di quel periodo, ma non ha svolto ulteriori accertamenti scientifici. A suo dire è passato troppo tempo e di conseguenza non sarebbero andati a buon fine", ha proseguito. "Per l'ennesima volta mi trovo davanti a una porta chiusa. Le nostre richieste non sono mai ascoltate e non so cosa potremo fare ancora. Non riusciamo ad avere una spiegazione logica di quello che è successo. Rimangono ancora diversi interrogativi", ha concluso.

Chi era Arianna Zardi

Arianna Zardi era una studentessa di Teologia a Brescia. Il 30 settembre, intorno alle 13, è uscita dalla sua abitazione sparendo nel nulla. Il 2 ottobre gli zii hanno trovato il suo cadavere sotto un ponticello di Torricella del Pizzo. Le indagini non hanno mai chiarito la dinamica e la causa del decesso. Inizialmente gli inquirenti hanno creduto che potesse essersi trattato o di un incidente o di un gesto estremo.

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Quel giorno la giovane era diretta verso l'abitazione del fidanzato, che viveva in un altro comune della provincia di Cremona, con cui pare stesse interrompendo la relazione. Non trovandolo e non rispondendo ai suoi messaggi e alle sue telefonate, si sarebbe diretta verso la casa. Da qui l'ipotesi degli investigatori di un malore o un suicidio. Questa ricostruzione però non ha mai convinto la famiglia. 

L'ipotesi della morte violenta

A rafforzare l'ipotesi che la sua potesse essere stata una morte violenta, sono alcuni elementi trovati sul corpo. Il cadavere, che è stato riesumato nel 2016, è stato infatti trovato supino e a una distanza di cinque-sei metri dal possibile punto di caduta: si potrebbe quindi credere che Zardi, dopo essere precipitata, si sia alzata per chiedere aiuto.

L'autopsia però ha rivelato una frattura al cranio, alle spalle, al bacino e al metacarpo della mano destra. È difficile quindi credere che una persona con questi traumi possa essere riuscita ad alzarsi. Sui pantaloni sono stati trovati segni di pneumatici e sugli slip tracce di dna di un soggetto di sesso maschile. Tutti i conoscenti sono stati sottoposti al test del dna per un confronto, ma l'indagine scientifica non ha portato ad alcun risultato. La Procura ha quindi archiviato il caso, per poi riaprirlo a ottobre 2023. Dopo sei mesi, però, è stata richiesta nuovamente l'archiviazione.

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