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Raffica di finte richieste d’aiuto al 118, 1.400 in 5 mesi: dietro ci sarebbe una bambina

Da cinque mesi a Verolanuova (Brescia) un numero anonimo lancia falsi allarmi al 118: il conteggio, per ora, è di ben 1.400 volte. Si cerca il responsabile, forse una bambina.
A cura di Francesca Del Boca
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"La mamma sta male: c'è sangue ovunque. Venite, presto". La chiamata disperata al 118 e la richiesta d'aiuto. L'equipaggio di soccorso parte a sirene spiegate, ma quando arriva a destinazione non trova nessuno. Era tutto uno scherzo.

Le telefonate

Le telefonate partono tutte da Verolanuova, in provincia di Brescia, e negli ultimi cinque mesi sarebbero state ben 1.400: quasi 300 al mese, 75 alla settimana. Ogni volta, per mesi e mesi, la corsa dei mezzi di soccorso è sempre inutile. Una volta raggiunto l'indirizzo indicato nel corso della chiamata anonima, i sanitari del Gvvs (gruppo verolese volontari soccorso) non trovano nessuno da soccorrere. I motivi delle richieste d'aiuto sono sempre diversi, ma comunque allarmanti: la sorella che è caduta e non respira, la mamma in una pozza di sangue, una bambina aggredita per strada. La zona dove vengono inviate le ambulanze è spesso quella della stazione ferroviaria, con poche eccezioni. Una volta, ad esempio, uno dei mille falsi allarmi ha dirottato i soccorritori in tuta arancione all'interno di una scuola elementare. "I bambini si sentono male, correte". E poi la verità.

Dietro la cornetta una bambina

Telefonate seriali, che da gennaio a oggi partirebbero sempre dallo stesso cellulare. Così come la voce che si dispera dietro la cornetta e chiede aiuto per la mamma, la sorellina o una ragazzina indifesa, sempre uguale: quella di una bambina. I soccorritori, infatti, raccontano tutti di aver sentito una voce femminile, acerba. Si indaga per il reato di procurato allarme, per cui si rischia la reclusione in carcere fino a 6 mesi.

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