Migranti, vertice su Schengen: “Estendere blocco delle frontiere fino a due anni”
Ore 20.20 – In serata alcuni stati membri dell'UE "hanno chiesto alla commissione di preparare il quadro pratico e giuridico per l'attivazione dell'articolo 26 del codice Schengen". A renderlo noto è il segretario di stato olandese Klaas Dijkhoff. Il regolamento prevede la concessione di proroghe condizionate di sei mesi ciascuna fino a un massimo di 24 mesi. A maggio scade il blocco alle frontiere interne praticato da Austria e Germania. Sono sei i paesi dell'area Schengen che hanno attualmente in corso i controlli alle frontiere interne: si tratta di Danimarca, Francia (in seguito agli attacchi terroristici), Germania, Austria, Norvegia e Svezia.
Ore 17 – Finita la riunione ad Amsterdam tra i ministri dell'Interno dell'Unione europea, Angelino Alfano ha dichiarato che il Trattato di Schengen "è salvo, per ora". "Abbiamo poche settimane – ha aggiunto davanti ai giornalisti – per evitare che si dissolva tra gli egoismi nazionali, di fronte a un'Europa che fin qui si è dimostrata incapace di rispettare le decisioni assunte".
Ore 14 – Ad Amsterdam botta e risposta Germania-Grecia. “Noi eserciteremo pressione sulla Grecia affinché faccia i suoi compiti”, ha detto il ministro dell'Interno tedesco Thomas de Maizière al suo ingresso alla riunione Ue. “Vedremo a che risultati si arriverà nelle prossime settimane. Vogliamo mantenere Schengen – ha aggiunto -. Vogliamo soluzioni comuni europee, ma il tempo stringe”. Atene dal canto suo ha risposto chiedendo di mettere fine a “questo ingiusto gioco di accuse” che le vengono rivolte e invocando la piena attuazione delle misure europee. “Carenze e ritardi – come ha spiegato il ministro alle Politiche migratorie Yoannis Mouzalas elencando una lunga lista di bugie e verità – in molti casi non dipendono da Atene”. “Non c'è un piano per escludere la Grecia dall'area Schengen e non si è mai discusso né la sospensione di Schengen né l'espulsione di un suo Paese membro: sono possibilità che non esistono con le regole attuali”, ha detto intanto la portavoce per la politica di Immigrazione e asilo della Commissione Ue, Natasha Bertaut, rispondendo alle domande dei corrispondenti. “Siamo dell'idea che l'Europa debba restare ad assetto stabile e che non ci possano essere pezzetti di Europa dentro e pezzetti di Europa fuori perché sarebbe l'inizio dello sgretolamento”, aveva detto invece Alfano al suo arrivo alla riunione Ue sull'ipotesi di isolare la Grecia. “Abbiamo una posizione molto chiara su Schengen, bisogna rafforzare i controlli alla frontiera esterna dell'Ue. Facendo questo salveremo il diritto alla libera circolazione all'interno, che non sarà solo libera ma anche sicura”, così ancora Alfano.
Oggi il ministro dell'Interno Angelino Alfano è volato ad Amsterdam per partecipare alla prima riunione della Presidenza olandese dei Ministri dell'Interno del Consiglio Giustizia e Affari Interni dell'Unione Europea (GAI). I lavori del Consiglio dei Ministri dell'Interno saranno dedicati alla lotta al terrorismo, al cybercrime, alla questione dei migranti, dei controlli delle frontiere interne e del sistema Schengen. “Siamo contrari a passi indietro rispetto a Schengen, perché sarebbe un affossamento delle libertà faticosamente conquistate in decenni di integrazione”, così il ministro dell'Interno ha anticipato in una intervista al sito Huffington Post la posizione italiana. Della necessità di non abbandonare Schengen aveva parlato anche il premier Matteo Renzi nel suo intervento di due giorni fa a Mantova. “L'Europa corre un rischio mortale, non indotto da fenomeni a lei estranei, ma dalla sua stessa capacità di affrontare e maneggiare l'enorme afflusso di profughi di questi mesi. Per cui – ha continuato il ministro Alfano – noi diciamo sì ad un ferreo controllo delle frontiere esterne dell'Unione europea. Intanto abbiamo rafforzato anche i controlli a campione alla frontiera interna, come già stiamo facendo in Friuli Venezia Giulia”.
La posizione del ministro Alfano – In merito agli aiuti europei per la Turchia il ministro ha detto che “occorre difendere l'interesse nazionale senza arrivare al punto di rottura con l'Europa”. “Non esiste un no ideologico agli aiuti alla Turchia. C'è la semplice ma chiara esigenza di capirne le modalità e l'esclusione dal patto di stabilità. Detto questo va evitato un attacco indiscriminato a Bruxelles. Io ricordo che il Ppe e Weber sono sempre stati vicini all'Italia nei momenti delle decisioni cruciali e sarà così anche questa volta. Noi chiediamo che ci venga riconosciuta flessibilità anche in riferimento a quanto speso sull'immigrazione, in modo da vederci restituito, almeno in parte, quel che abbiamo dato nell'approntare un'enorme operazione di soccorso in mare”, ha detto ancora il ministro.