Migranti, Ue all’Italia: “Raccolta impronte anche con la forza”
La Commissione Ue chiede all’Italia di accelerare nel “dare cornice legale alle attività di hotspot, in particolare per permettere l’uso della forza per la raccolta delle impronte e prevedere di trattenere più a lungo i migranti che oppongono resistenza”. A riportare le anticipazioni del rapporto della Commissione Ue sull’Italia che verrà pubblicato domani è l’Ansa. Dopo la messa in mora dell'Italia, con la lettera inviata nei giorni scorsi, Bruxelles torna a esortare il Paese ad attuare correttamente il regolamento Eurodac per la raccolta delle impronte digitali dei migranti. “Il processo di ricollocamento dall'Italia è attualmente colpito da una mancanza di potenziali candidati a causa di un basso livello di arrivi, concentrati su nazionalità che non sono candidabili per il ricollocamento”, si legge nel documento. Nel rapporto, inoltre, la Commissione chiede di aprire due nuovi hotspot: “Malgrado i sostanziali incoraggiamenti solo uno dei sei hotspot designati è pienamente operativo, a Lampedusa. La Commissione si aspetta che altri due centri, Pozzallo e Porto Empedocle siano aperti a giorni”.
Migranti, Mattarella: “Non chiudere le porte”
Sulla gestione dei migranti “non ci sono tensioni fra Europa e Italia, questa procedura è iniziata due anni fa” e rileveremo “in breve periodo la situazione reale”, ha intanto fatto sapere il commissario Ue Dimitris Avramopoulos alla presentazione del libro del ministro Alfano. “Ora l'Italia – ha dichiarato – sta andando velocemente e voglio lodare pubblicamente Alfano”. “Tutti i paesi sono stati colti con sorpresa” dagli eccezionali flussi migratori recenti, ha aggiunto Avramopoulos, confidando ora in una risposta più rapida. Dell’emergenza migranti ha parlato oggi anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Chiudere le porte di fronte a ‘queste masse di esseri umani' che fuggono da guerre, fame ed oppressione, equivale a cancellare conquiste civili e sociali faticosamente raggiunte”, ha detto il capo dello Stato intervenendo davanti al corpo diplomatico al Quirinale.