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Migranti Sea Eye, autorizzato sbarco per 2 bambini e loro madri: ma si rifiutano di scendere

La nave Alan Kurdi, della Ong tedesca Sea Eye, è ancora ferma a largo di Lampedusa. Due bimbi e le loro mamme sono stati autorizzati a scendere. Ma il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, fa sapere che “donne e bambini si rifiutano di scendere dalla nave. Non ci resta che augurare buon viaggio verso Berlino”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La Alan Kurdi, nave della Ong tedesca Sea Eye con 64 migranti a bordo che ieri si è diretta verso Lampedusa, continua la sua navigazione a zig zag, in attesa di un porto sicuro. Va avanti e indietro, si sposta ai confini delle acque territoriali italiane, a poco più di dieci miglia a sud-est dell'isola. Il comandante della nave non ha ancora ottenuto dal Centro di coordinamento marittimo della Guardia costiera di Roma l'autorizzazione ad attraccare, perché è ancora in vigore il divieto imposto ieri dal Viminale, che ha definito "non inoffensivo" il transito della Alan Kurdi in acque italiane. Solo i due bimbi, di cui una di 11 mesi, e le loro mamme potranno scendere dall'imbarcazione, saranno prelevati da una motovedetta della Guardia costiera e portati a terra, mentre gli altri 60 rimarranno a bordo. Ma, fa sapere il ministro dell'Interno Matteo Salvini, non ci sarà neanche questo sbarco, perché "donne e bambini si rifiutano di scendere dalla nave. Non ci resta che augurare buon viaggio verso Berlino". Il Viminale conferma quindi di aver dato il via libera allo sbarco dei due bambini di 1 e 6 anni, delle rispettive madri e anche di una donna incinta.

La nave della Ong tedesca, che mercoledì ha soccorso i migranti a largo della costa libica di Zuwarah, al momento resta oltre il limite delle 12 miglia dall'isola, in acque internazionali, in attesa che la situazione si sblocchi dopo che la Germania ha dato disponibilità a farsi carico di una parte dei migranti a bordo.

Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, è inoltre intervenuto a margine della conferenza stampa conclusiva del G7 di Parigi, accusando la nave della Sea Eye: "Ha raccolto il suo carico di esseri umani a 25 miglia dalla costa libica e ne ha percorse 172 per avvicinarsi all'Italia, mettendo a rischio la vita di decine di persone per un motivo evidentemente economico e politico". Il vicepremier si è detto soddisfatto di aver "messo nero su bianco" insieme agli altri ministri del G7 il fatto che "ci sono alcune associazioni che sono complici, nella pratica, di un business di esseri umani".

"Le bandiere non si danno a caso alle imbarcazioni – ha continuato il vicepremier – ho parlato con il collega tedesco e sono convinto che risolveranno il problema, anche se al momento non ci sono state risposte". Il portavoce del ministero dell'Interno tedesco ha risposto che "come fatto in passato, la Germania è disposta a dare il suo contributo nell'accoglienza, anche nel caso delle 64 persone della nave Alan Kurdi", ribadendo la necessità dell'impegno anche degli altri partner europei di attivare un meccanismo ad hoc per la gestione dei migranti nel Mediterraneo.

"La Commissione europea sta seguendo da vicino gli eventi ed è stata invitata ad agire come centrale per il coordinamento tra gli Stati membri", ha annunciato la portavoce dell'esecutivo Ue Tove Ernst. "La Commissione – ha continuato – sta avviando contatti per sostenere e coordinare gli Stati membri che sono disposti a partecipare agli sforzi di solidarietà per le persone a bordo della nave Alan Kurdi", sottolineando che "per la Commissione questa vicenda mostra ancora una volta quanto siano urgenti accordi per gli sbarchi" tra i paesi membri. Duro il commento di Mediterranea Saving Humans, il progetto italiano che soccorre migranti con la nave Mare Jonio, su Twitter: "Siamo di fronte all'ennesima violazione del diritto da parte del Governo italiano".

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