Migranti, Orfini sprona il Pd: “Basta discutere di amenità, chiediamo di aprire i porti”
Mentre la Sea Watch, l’imbarcazione della Ong tedesca battente bandiera olandese, resta ancora al largo di Lampedusa, fuori dalle acque territoriali italiane, in attesa di ricevere l’indicazione di un porto sicuro per far sbarcare i 43 migranti a bordo, si riapre la discussione sui porti chiusi. E si riapre anche all’interno del Pd, latitante negli ultimi giorni sul caso della Sea Watch. A farlo è l’ex presidente del partito e ora deputato, Matteo Orfini. Che si rivolge ai suoi colleghi dem chiedendo loro di prendere l’iniziativa per far riaprire i porti italiani, in opposizione allo slogan del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sui porti chiusi. Orfini scrive su Twitter: “Ai profughi salvati da Sea Watch non viene consentito di sbarcare da 10 giorni, per una scelta criminale del governo. Per carità, interessante la discussione nel Pd sulla segreteria, nuovi partiti e amenità varie. Ma se invece chiedessimo tutti insieme di aprire i porti?”.
Orfini ribadisce e rafforza il messaggio che aveva lanciato già ieri sera con un post più lungo su Facebook:
La portavoce dell'agenzia dell'Onu per i rifugiati ricorda all'Italia che sta contravvenendo ai suoi obblighi sanciti dalle norme internazionali. I migranti che sono sulla Sea Watch devono poter sbarcare subito perché scappano dalla guerra in Libia e farli tornare in un paese in guerra significa a tutti gli effetti commettere un crimine. Lo dico anche al mio partito, ancora una volta: chiediamo subito che i porti italiani vengano aperti alla Sea Watch e che vengano stracciati gli accordi con la Libia, che oggi più che mai sono indifendibili. Per nessuna ragione al mondo possiamo restare in silenzio di fronte a questa vergogna.
Un migrante fatto evacuare dalla Sea Watch
Intanto la situazione a bordo della Sea Watch, a dieci giorni dal soccorso in mare dei migranti, rimane critica. Un altro migrante è stato evacuato dalla Guardia costiera (era già successo per altri dieci negli scorsi giorni): la scelta è stata presa in seguito al peggioramento delle condizioni di salute della persona in questione. Gli altri 42 migranti rimangono invece a bordo dell’imbarcazione. Sea Watch lamenta che “il rispetto dell’interdizione determina un penoso stillicidio, mentre non abbiamo indicazioni alternative”. Il trasbordo del migrante, avvenuto nella notte, è stata confermato anche dalla Guardia costiera ed è avvenuto su una motovedetta.