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Migranti, Maroni attacca il governo su Twitter: “E guerra sia”

Il governatore della Lombardia ha attaccato il governo per le politiche adottate sull’immigrazione rilanciando la linea dura. Su Facebook ha detto anche di condividere le parole del cardinal Bagnasco che ha lanciato un appello all’Onu.
A cura di Susanna Picone
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Il governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, è intervenuto oggi sul tema immigrazione e lo ha fatto condividendo le parole pronunciate dal cardinale Angelo Bagnasco e attaccando allo stesso tempo il governo di Matteo Renzi. “Condivido le parole pronunciate dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che denuncia (come faccio io da tempo) l'incapacità dell'Onu e della comunità internazionale di affrontare con decisione la questione immigrazione”, ha scritto Maroni sul suo profilo Facebook riportando appunto il pensiero del religioso che ha parlato a margine dell’incontro con i profughi nel seminario arcivescovile di Genova. “Mi chiedo se questi organismi internazionali, come l'Onu, in modo particolare, che raccoglie il potere politico, ma sicuramente anche il potere finanziario, hanno mai affrontato in modo serio e deciso questa tragedia umana. È una vergogna, certamente, per tutta la coscienza del mondo, ma può essere e deve essere anche una sfida da affrontare con serietà”, questa la denuncia di Bagnasco.

“Governo incapace” – Sempre tramite i social Maroni ha anche attaccato il governo per le politiche adottate sull’immigrazione e ha rilanciato la linea dura. “Un governo incapace non sa fare altro che imporre con la forza invio di clandestini nelle Regioni di centrodestra. E guerra sia”, ha scritto il governatore lombardo su Twitter condividendo poi anche un tweet del leader del Carroccio, Matteo Salvini.

Le parole di Maroni sul tema immigrazione arrivano nel giorno in cui a Catania è approdata la nave norvegese con a bordo 312 persone e le salme dei 49 migranti morti all’interno della stiva del barcone soccorso al largo delle coste libiche dal pattugliatore della Marina Militare Cigala Fulgosi. Le vittime dell'ultima tragedia avvenuta nel Canale di Sicilia – tutti uomini – erano nella stiva del barcone perché avevano pagato ai trafficanti un prezzo minore rispetto ai compagni di viaggio sistemati sulla coperta. La morte sarebbe stata causata dai gas di scarico dei motori. La procura di Catania ha aperto una inchiesta per identificare gli scafisti e risalire ai responsabili della strage.

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